C’è un po’ di Huawei in Sardegna. È il Joint Innovation Center di Pula, in provincia di Cagliari, nato dalla collaborazione fra i cinesi di Huawei e il centro di ricerca in Sarsegna voluto dal nobel Carlo Rubbia. Ecco cosa bolle in pentola.
Joint Innovation Center di Pula è un centro di ricerca, misto pubblico-privato, nato dalla collaborazione fra il colosso cinese Huawei, che ha investito 16 milioni di euro sul progetto, e la Regione Sardegna, che di milioni ne ha investiti 4. Com’è noto, Huawei è leader mondiale nella telefonia mobile, marchio conosciutissimo in Italia, la cui diffusione è inarrestabile, come già spiegato qui. Ma perchè Huawei ha scelto la Sardegna? «Huawei è a Pula e a Milano per le competenze che questi territori offrono nell’ambito della ricerca sulle città del futuro», ha detto Hill King, dell’Huawei Research Institute, in occasione del Huawei Innovation Day, che è si tenuto a Londra, nei giorni scorsi. Durante l’evento londinese, il numero uno del settore ricerca di Huawei ha svelato l’impegno economico destinato alle attività di ricerca e sviluppo nel mondo, pari a 11 miliardi dollari, «e al 10% dei ricavi annuali».
Cosa fa Huawei in Sardegna?
Il gap tecnologico in Europa e in Italia
Plauso, dunque, all’impegno di Hauwei in Sardegna ma molto ancora resta da fare. Sempre nell’incontro londinese, Ken Hu, attuale CEO di Huawei ha dichiarato: «Nel 2020 il 90% dei lavori richiederà competenze digitali. Ma oggi 250 milioni di europei hanno competenze digitali inadeguate». L’inadeguatezza si spiega prima di tutto con un gap tecnologico: soltanto il 76% degli europei ha accesso ad una connessione a banda ultra larga da 30Mbps mentre in Sud Korea il 99% della popolazione viaggia già a 100Mbps. «All’Europa servono 500 miliardi di euro per raggiungere gli obiettivi sulle connessioni veloci nel 2025», ha spiegato Ken Hu.
Fonte originale principale: Corriere Innovazione