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I Bitcoin come i tulipani del ‘600: scoppierà la bolla?

La moneta digitale più famosa del mondo è arrivata a guadagnare 11mila dollari ad azione. A frenare gli entusiasmi ci pensano gli scettici, che per timore di una bolla speculativa la paragonano a ciò che successe nel 1600 con il business dei tulipani.

Perché fare un simile paragone?

Non tutti sanno che nella prima metà del 1600 i bulbi dei tulipani andavano a ruba. Esisteva la cosiddetta “tulip fever” (febbre dei tulipani), una richiesta così elevata da far schizzare alle stelle il prezzo della merce in questione. Un successo tale da farlo diventare il quarto prodotto più esportato d’Olanda. Il problema giunse quando il prezzo salì a causa della speculazione sui tulipani che sarebbero stati acquistati e non erano neanche stati piantati. Ma perché il tulipano ebbe così tanto successo?

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Cos’è la bolla dei tulipani?

Tutto ebbe inizio alla fine del 1500: il fiore di tulipano fu trapiantato in Europa, ma la sua terra d’origine era la Turchia. I Paesi Bassi furono il paese che impazzì per questo fiore, tanto da innescare una corsa alla famiglia abbiente che possedeva il bulbo più raro. Visto che i prezzi lievitarono, i tulipani divennero una merce pregiata, tanto da indicare un vero e proprio status symbol per chi riusciva a possederne. I costi erano elevatissimi e le persone erano disposti a scambiare i bulbi più rari con terreni, animali e perfino case. In tutto questo commercio si insinuarono gli speculatori, che grazie al clima di fervore, poterono stringere ottimi affari.

Il vero danno avvenne nel momento in cui iniziarono a vendere bulbi appena piantati o che sarebbero stati piantati. Mancava quindi la concreta merce di scambio, tanto che la pratica fu ritenuta illegale. Poi la bolla scoppiò e molti persero la loro fortuna e tutti i loro averi, trovandosi ad aver acquistato bulbi oramai di poco valore. 

Questo è ciò che accadde attorno alla metà del 1600.

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Il nuovo rischio: la bolla Bitcoin

Cosa c’entra coi i bitcoin? Praticamente tutto, in quanto il parallelismo è inoppugnabile.

I bitcoin sono nati nel 2009 ed hanno avuto un successo incredibile anche perché poco regolamentati, vista la mancanza di un ente centrale. Hanno superato di ben 50 volte il loro valore iniziale e sono schizzati fino a 11mila dollari ad azione in Borsa, per poi ridiscendere a 9.500. La criptovaluta si muove grazie ad un algoritmo, la blockchain, che ne segue le transazioni.
Finché solo la grande finanza investe nella moneta virtuale, questa resta appannaggio di pochi privilegiati. Il problema sussiste quanto invece diventa più democratica, ovvero un fenomeno di massa accessibile a tutti. Quanto durerà? Finirà come il business dei tulipani? A quanto pare la storia si ripete.

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