Accuse, veleni, passi indietro improvvisi e nuovi attacchi. Non si può certo dire che tra Giancarlo Giorgetti e il Movimento Cinque Stelle ci sia grande sintonia, per usare un eufemismo. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio e vice di Matteo Salvini aveva lanciato l’affondo in occasione del decreto sul ponte Morandi di Genova quando, come rivelato dal La Stampa, aveva detto dei grillini: “Qualcuno dovrebbe spiegare loro come funziona il diritto”. Una frase esplosa come una bomba, nonostante la repentina retromarcia del diretto interessato. E che fotografa l’insofferenza di Giorgetti verso Di Maio & co., lui che nella Lega vanta posizioni vicine al ministro Tria e non sopporta proprio certe sparate provenienti dalla galassia pentastellata.
Non è mistero ormai per nessuno che Giorgetti abbia poco a cuore le sorti degli alleati di governo, ai quali è anzi solito rispondere con una buona dose di ironia, ai limiti della provocazione. Al punto da essere diventato, come spiega il Corriere della Sera, il “nemico pubblico numero uno” per il M5S. “Ci sta sabotando, bisogna che si dia una calmata” scrivono alcuni militanti sul blog del Movimento, scoprendo i nervi. Giorgetti aveva detto la sua anche in merito allo scandalo che aveva coinvolto Rocco Casalino, del quale erano stati rivelati audio d’accusa ai tecnici del Mef: “Basta non averlo il portavoce e non c’è problema aveva scherzato il leghista, attirandosi ovviamente altre ire pentastellate.
Già in passato Giorgietti e i Cinque Stelle avevano avuto modo di testare i rispettivi muscoli. Il leghista, dopo il crollo del ponte Morandi e le ipotesi di statalizzazione dei grillini, aveva detto: “Le nazionalizzazioni? Non credo che con lo Stato funzioni meglio”. Durante le trattative per la nascita del governo aveva addirittura azzardato: “Di Maio non conta più un cavolo, il leader incaricato sarà Salvini”. E ancora le liti per la candidatura alle Olimpiadi del terzetto di città Milano-Torino-Cortina. Una situazione arrivata, evidentemente, a ridosso del punto di non ritorno: “Attento Giorgetti, Conte ti rigira come un calzino”. E ancora: “Ci si può fidare di Giorgetti?” si chiedono i grillini sui social, invitando il Movimento a passare il prima possibile alla controffensiva.