C’è una linea difensiva, subito adottata da alcuni parlamentare della Lega, che ha assunto connotati odiosi e fatto inviperire gli utenti social in merito allo scandalo dei parlamentari che hanno chiesto e ottenuto il bonus (compreso tra i 600 e i 1000 euro) messo a disposizione dal governo attraverso i decreti Cara Italia e Rilancio. Uno scandalo che vede coinvolto anche il partito di Salvini, visto che a quanto sembra ben 3 dei 5 onorevoli “furbetti” appartengono proprio al Carroccio. E di fronte al quale i colleghi stanno già provando a piazzare la proverbiale pezza.
La tesi che sta circolando nelle chat leghiste, come riportato in queste ore dal Corriere della Sera, è quella che vorrebbe i coinvolti totalmente ignari di quanto accaduto. In sostanza, “avrebbero fatto tutto i rispettivi commercialisti, presentando regolare richiesta per l’erogazione del bonus, senza che i diretti interessati ne sapessero nulla”. Un disguido, insomma, niente di più. Senza coscienze sporche né avidità sfrenate.
I sospetti, al momento, sono concentrati su 5 onorevoli: dalle prime informazioni si tratterebbe di 3 esponenti della Lega, uno del Movimento Cinque Stelle e uno di Italia Viva. Considerando che lo stesso Salvini era stato tra i primi a tuonare contro i responsabili, senza ancora sapere di averne diversi in casa, l’imbarazzo all’interno delle fila del Carroccio è evidente. E rischia di farsi più forte col passare delle ore.
Così Salvini da un lato ha ribadito la sua rabbia per l’accaduto, dall’altro ha iniziato ad assumere posizioni più morbide in merito a eventuali sanzioni: dalle “dimissioni obbligate” si è passati alla “sospensione”, proprio mentre nelle chat leghiste arrivavano le prime arringhe difensive a tutela dei responsabili dell’accaduto. In rete, però, gli utenti non perdonano, e gli insulti agli esponenti verdi sono subito piovuti copiosi: “Non se sono peggio loro o i colleghi che provano pure a difenderli”.
La retromarcia di Salvini sui furbetti della Lega: “Per loro soltanto una sospensione”