No mask, negazionisti del coronavirus, ultradestra che approfitta della piazza per dare segnali di visibilità. C’è un po’ di tutto nella manifestazione di Roma dove il popolo di chi sospetta ci sia altro dietro l’emergenza sanitaria (in realtà inesistente, a detta di molti partecipanti) si è dato appuntamento. Dimostrando così, come ormai evidente da un pezzo, che la pace è alle spalle: il clima che aveva segnato l’Italia durante il lockdown, quando le drammatiche sfilate di bare spingevano tutti a osservare pazientemente le norme per limitare il contagio, è alle spalle. I complottisti sono tornati alla carica.
Un fenomeno che non interessa solo il nostro Paese, considerando come anche a Berlino si siano visti in piazza migliaia di negazionisti del Covid-19, convinti che il virus sia un’invenzione dei potenti per poter imporre un controllo da regime totalitario sulla società. Eppura la sensazione è che stavolta, in quel popolo che si è dato appuntamento alla Bocca della Verità nella capitale, ci sia qualcosa di diverso. Un paura del futuro che porta a volersi ribellare senza sapere bene a cosa. Non a caso, i manifestanti di Roma sono un’armata tra le più bizzarre che la storia italiana abbia mai riscontrato.
Forza Nuova, tassisti, albergatori, biker, il “Popolo delle mamme” che lotta per sottrarre i propri figli alla dittatura sanitaria. Con la benedizione dell’arcivescovo Viganò, il nemico giurato di papa Bergoglio che sostiene come il virus esista, sì, ma sia soltanto la punizione di Dio contro il malcostume dilagante in questi tempi. Tutti uniti nel comune intento di rivendicare una libertà minacciata dagli scienziati, dai governanti. Qualcuno nega che il Covid-19 ci sia mai stato, altri hanno posizioni più morbide ma non troppo: “Sì c’è, ma è poca roba. I morti sono frutto degli errori dei medici”.
Un fenomeno figlio di quest’epoca social, indubbiamente. E che fa segnare anche un paradosso politico: a trascinare in piazza quella fetta di popolazione che ce l’aveva un po’ con tutto e tutti erano, un tempo, i Cinque Stelle, oggi però entrati di forza nel Palazzo. Salvini, che al governo c’è andato ma per poco, ha fatto invece parzialmente retromarcia: un po’ ammicca, un po’ si distanzia. Un caos generale che nessuno riesce a trasformare in consenso a proprio favore.
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