È ormai scontro giudiziario aperto tra la direzione dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna e la famiglia di un bimbo molto piccolo che deve essere operato al cuore. La famiglia ha infatti bloccato l’operazione perché pretende che al loro figlio venga somministrato solo sangue di persone non vaccinate. La motivazione sarebbe religiosa, visto che la famiglia residente nel Modenese è convinta che i vaccini vengano prodotti con i feti morti. Inevitabile che lo scontro tra no vax e medici si trasferisca anche sui social.
Finché la famiglia del bimbo modenese non otterrà l’assicurazione che durante l’operazione il loro piccolo riceverà solo sangue no vax, non darà la sua autorizzazione ai medici. Una situazione drammatica quella che si sta vivendo al Sant’Orsola di Bologna, dove un bambino di pochi anni attende da mesi di sottoporsi a questa delicata operazione chirurgica. I genitori hanno fatto ricorso in tribunale. Ma anche la procura dei Minori si è attivata per valutare una eventuale limitazione della responsabilità genitoriale.
I familiari del bambino hanno anche cercato di contattare diversi no vax attraverso alcune chat Telegram, proprio allo scopo di reperire i donatori considerati ‘giusti’. La direzione dell’ospedale si oppone però a questa scelta, visto che esistono protocolli di legge molto rigidi in merito alle donazioni di sangue che, insomma, non possono essere fatte dal primo che passa. Motivi di sicurezza, sia del donatore, sia di chi riceve il sangue.
Il direttore del Centro nazionale sangue di Roma, Vincenzo De Angelis, commenta la vicenda parlando di una richiesta “assurda, priva di fondamento scientifico. La scelta del sangue è legata a precisi criteri di compatibilità e non a capricci. Usare quello di persone non vaccinate non ha alcun fondamento scientifico perché con la trasfusione non si ‘trasmette’ il vaccino. Se queste persone fossero guarite dal Covid, il loro sangue sarebbe identico a quelle di un vaccinato”, conclude.
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