Vai al contenuto

I giornalisti del Fatto si ribellano al direttore Travaglio: “Sei troppo grillino, persa terzietà”

Scoppia una bella grana in casa Travaglio. E più precisamente in casa Fatto Quotidiano. Non una vera e propria ribellione, ma qualcosa di simile. “Il giornale ha perso la sua terzietà”. Così mercoledì, al termine di un’assemblea di redazione, i giornalisti del Fatto Quotidiano hanno presentato un documento sindacale rivolto all’amministrazione e al direttore del giornale, Marco Travaglio.

Una durissima critica alla linea editoriale piegata sempre più a sostegno del Movimento cinque stelle. Insomma un tentativo di ammutinamento dovuto alle difficoltà che diversi colleghi non schierati incontrano quotidianamente nel tentativo di garantire un’informazione il più possibile obiettiva e plurale.

Il giorno successivo, ovvero ieri mattina, Travaglio si è presentato alla riunione di redazione. Leggendo da un foglietto, e senza guardare nessuno negli occhi – manco fosse lì ad affrontare Silvio Berlusconi nello studio di Santoro – ha pronunciato all’incirca queste parole: “In trentacinque anni di professione nessuno mi aveva mai detto che sono un tifoso”.

Pertanto il direttore ha ribadito, di fronte a chi aveva osato metterla in dubbio, la sua proverbiale e ben riconosciuta terzietà. Poi, concludendo la lettura del foglietto, ha spiegato ai suoi giornalisti come andranno le cose da ora in poi.

“Non parlerò più con la redazione. Mi rapporterò soltanto con i vicedirettori”, che sono quattro. E insomma Travaglio ha spiegato alla redazione del suo giornale come stanno le cose: il Fatto sono io. Insomma, se il Fatto era diventato un modello virtuoso per la sua capacità di avere successo nonostante dietro non vi siano finanziamenti pubblici, ora qualcosa inizia a scricchiolare.

La redazione si ribella e anche in tv Travaglio non rende più come una volta. Ogni volta che fa un’ospitata, sui social sono in molti a evidenziare come sembri che lui non sia lì per dare la sua lettura, o a nome del giornale che dirige, ma per fare l’avvocato difensore del Movimento. Nascondersi dietro una foglia di fico non porta a nulla. E ora chi gli vuole bene sta provando a farglielo capire. Per il bene di tutti, soprattutto il suo.

 

Ti potrebbe interessare anche: Santoro: “Il duello Travaglio-Berlusconi? Sbagliai, non feci il mio lavoro”