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“I giovani vivranno di meno”. Gli esperti lanciano l’allarme

Nel corso del XX secolo, la longevità ha visto una crescita costante. Ogni dieci anni, l’aspettativa di vita si è allungata di circa tre anni rispetto al decennio precedente, alimentando l’idea che le generazioni future potessero facilmente raggiungere e superare i 100 anni. Tuttavia, uno studio recente condotto dall’Università dell’Illinois a Chicago, basato sull’analisi dei tassi di mortalità in Paesi noti per la loro alta aspettativa di vita, come Giappone, Corea del Sud, Svizzera, Francia e Italia, mostra un netto rallentamento di questo incremento, specialmente negli ultimi anni.

Un’inversione di tendenza: i dati allarmanti La ricerca evidenzia che il rallentamento dell’aumento della vita media è particolarmente marcato negli Stati Uniti, dove si è registrata una riduzione significativa. Anche a Hong Kong, luogo con alcuni dei livelli di longevità più elevati al mondo, le proiezioni di sopravvivenza fino a 100 anni sono state ridimensionate rispetto alle stime precedenti: solo il 12,8% delle donne e il 4,4% degli uomini raggiungono questa soglia. Negli Stati Uniti, la percentuale è persino inferiore, con appena il 3,1% delle donne e l’1,3% degli uomini che arrivano al secolo.

Questo cambiamento suggerisce che le generazioni attuali potrebbero non godere dello stesso incremento nella durata della vita che hanno sperimentato le generazioni passate. Per mantenere o migliorare la speranza di vita, sarebbero necessari interventi significativi nella sanità, nella ricerca e nelle politiche sociali.

Implicazioni economiche e sociali del rallentamento della longevità Le ripercussioni di questo rallentamento sono ampie e complesse. In primo luogo, i sistemi previdenziali e assicurativi dovrebbero essere riconsiderati per tenere conto di un’aspettativa di vita meno elevata rispetto alle previsioni. La stabilizzazione o il calo della longevità ha anche un impatto sulla pianificazione della sanità pubblica e sulla gestione delle risorse per la popolazione anziana.

Mentre alcuni Paesi continuano a investire in tecnologie e medicina preventiva per migliorare la qualità della vita, appare urgente affrontare anche i fattori sociali, come gli stili di vita e le disuguaglianze economiche, che influenzano significativamente la durata dell’esistenza.

È possibile invertire questa tendenza? Gli esperti ritengono che, per aumentare nuovamente la longevità, sarebbero necessarie trasformazioni radicali non solo nelle cure mediche, ma anche attraverso politiche sanitarie e sociali più inclusive, capaci di prevenire i rischi per la salute.

Affrontare le disuguaglianze nell’accesso alle cure, migliorare la gestione delle malattie croniche e promuovere su larga scala abitudini di vita sane: secondo gli studiosi, queste sarebbero le misure da adottare per far ripartire l’incremento dell’aspettativa di vita, come accadeva nei decenni del XX secolo.