Trenta immigrati che saranno trasferiti dalla Sicilia a Terni. Questa, secondo Salvini, è la prova provata degli intenti meschini di un governo pronto a “riempire” l’Umbria di persone provenienti da oltre i confini, un’emergenza alla quale il leader della Lega, caduto in disgrazia dopo la crisi di governo da lui stesso voluta, promette di dare una risposta. In cambio del voto, ovviamente, quello che gli permetterebbe di vincere la delicata partita delle Regionali e rialzare la testa dopo tante delusioni.
Il Capitano punta al successo giocato la solita carta, quella dell’emergenza immigrati. Parla di 1.719 persone ospitate in una regione di 882 mila abitanti, numeri secondo lui destinati a crescere per volontà giallorossa. La ministro Luciana Lamorgese ha però spiegato le redistribuzioni interne si sono sempre fatte, anche quando Salvini era ministro. Nulla di strano o di anomalo nella decisione di spostare 30 persone da Agrigento a Terni, insomma. Ma nella città umbra si vota e allora per il Carrioccio qualche decina di arrivi diventano “emergenza”.
A non tornare è però anche un’altra questione: Carlo Sibilia, già sottosegretario di Salvini al Viminale riconfermato da Lamorgese, ha infatti aggiunto che “a Terni a breve verrà assegnato un bando per ampliare la capacità di accoglienza di altre 50 unità”. Nuovi trasferimenti in arrivo, dunque. Con un bando, però, del marzo scorso, quando era la Lega al governo con i Cinque Stelle.
Ancora più grottesco è un altro bando per “l’affidamento dei servizi di gestione di centri di accoglienza costituiti da singole unità abitative con capacità ricettiva fino ad un massimo di 50 posti complessivi” che è stato aperto a marzo dalla Prefettura di Terni alla ricerca di 600 nuovi posti in due anni per l’accoglienza dei migranti. Un bando andato deserto, ma che testimonia una volontà ben diversa da parte di Salvini & co.: ora che è all’opposizione grida all’invasione, fino a pochi mesi fa cercava soluzioni che comprendessero anche arrivi di immigrati in territorio umbro (anche più corposi). Valli a capire, questi leghisti.
Fatture false, chiesti un anno e nove mesi per i genitori di Renzi