Una Via Crucis che ha avuto tante sfumature, quella andati in scena al Colosseo in occasione del Venerdì Santo. Durante la quale papa Francesco ha lanciato appelli precisi, sentiti, invitando i fedeli a unirsi a lui in una preghiera scritta di suo pugno, ricordando tutte le croci del mondo. Tra le quali, quella “dei migranti che trovano le porte chiuse a causa della paura e dei cuori blindati dai calcoli politici”.
Il pontefice ha sottolineato la necessità di accogliere i profughi che scappano dall’Africa in cerca di una nuova vita, ricordando però come spesso e volentieri la loro richiesta d’aiuto cada nel vuoto. Un messaggio preciso per un Paese (e un mondo intero) che sempre più facilmente cede alla paura, arroccandosi dietro posizioni di odio e chiusura al prossimo.
Francesco ha poi elencato altre croci, come “quella delle persone affamate di pane e di amore”, “quella delle persone sole e abbandonate perfino dai propri figli e parenti”, “quella delle persone assetate di giustizia e di pace”, “quella delle persone che non hanno il conforto della fede”.Un pensiero è andato anche agli anziani, “che si trascinano sotto il peso degli anni e della solitudine”, e delle vittime degli abusi, quei piccoli, feriti nella loro innocenza e nella loro purezza”. Il papa ha pronunciato la sua preghiera al termine delle quattordici stazioni durante le quali sono state scandite le meditazioni affidate a suor Eugenia Bonetti, missionaria della Consolata e presidente dell’Associazione “Slaves no more”.La religiosa, scelta per il suo grande impegno civile dallo stesso Bergoglio, ha raccontato il calvario delle madri e delle ragazzine vittime della tratta e ridotte in schiavitù, dei migranti rinchiusi in campi di raccolta simili a lager nei Paesi di transito e a cui viene rifiutato un porto sicuro, dei morti del deserto e del mare diventati i nuovi cimiteri. Tutte vittime di un mondo sorto alle richieste d’aiuto, poveri “la cui carne è divorata dai ricchi”.
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