Frasi scioccanti, del tenore di “i negri ci rubano il lavoro”. Pronunciate a cuor leggero da una professoressa di un liceo scientifico di Livorno (il Francesco Cecioni) di fronte ai suoi studenti, una classe del secondo anno. A denunciare l’accaduto è stata proprio la madre di un’allieva, che ha raccontato sui social quanto avvenuto in aula. La docente, secondo questa ricostruzione, avrebbe dovuto tenere una lezione sulle migrazioni, ma la situazione, in classe, sarebbe presto degenerata.
La donna infatti avrebbe iniziato a mettere in fila una serie di pregiudizi sugli immigranti, tra cui il classico “ci rubano il lavoro”, per poi affermare anche che “delinquono più degli italiani”. A quel punto tre studentesse si sono alzate per protestare ma alcuni loro compagni avrebbero reagito facendo il saluto romano e inneggiando a Mussolini, senza che la professoressa intervenisse (quest’ultima anzi, secondo il racconto della donna sui social, si sarebbe messa a ridere).Il liceo ha aperto un’indagine interna. Il preside Andrea Simoncini ha sostanzialmente confermato l’accaduto al Fatto Quotidiano, spiegando che nei confronti della professoressa sono previste azioni disciplinari. Questo il racconto della madre di una studentessa: “Ti massacri le corde vocali come mamma e insegnante per inculcare ai tuoi figli e a quelli degli altri che la razza umana è una sola, poi un bel giorno una professoressa dice a tua figlia e alla classe intera, una seconda liceo: i negri che vengono in Italia ci vengono per rubare il lavoro, che hanno più soldi di noi tutti che è scientificamente provato che delinquono più degli altri (i bianchi)”.“Tre ragazze si alzano in piedi per dissentire, il resto della classe le prende in giro, fa battutacce e facendo il saluto fascista inneggia al Duce. La prof ride. Sulla chat dei ragazzi della classe stanno girano indisturbate immagini di Hitler, svastiche e frasi vergognose. Livorno 2019”. La dirigente Donatella Buonriposi ha commentato: “Qualcosa è stato accertato. Adesso toccherà a noi valutare l’entità del provvedimento”.
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