Il comitato dei parenti delle vittime del crollo del Ponte Morandi ribadisce la sua distanza dall’inaugurazione della nuova struttura nella città ligure, dopo che negli scorsi giorni era stato chiesto di non fare i nomi dei cari scomparsi in quell’occasione. “Saremo onorati che nella cerimonia siano nominate le nostre vittime, che meritano un posto in prima fila, ma come comitato non parteciperemo alla cerimonia di inaugurazione, quel momento in quel luogo non può essere parte di noi”.
“È stato complesso riuscire a gestire i sentimenti contrastanti che affollavano la nostra mente, infatti le emozioni che la crescita di questa nuova struttura hanno suscitato in noi sono sempre state molto forti – ha spiegato alle pagine de Il Fatto Quotidiano Egle Possetti, portavoce del comitato – È stato molto difficile assistere in questi mesi alle molte cerimonie e come abbiamo sempre sostenuto, per l’origine ‘indegna’ che ha avuto questa costruzione”.
Parole che seguono all’auspicio, già ribadito in passato, che venga fatta un’inaugurazione con toni sobri e pacati, visto che “l’unica festa sarà quando verrà fatta giustizia e avremo la certezza che vengano effettuati controlli e manutenzioni per evitare che una tragedia come quella possa avvenire di nuovo”. Un chiaro riferimento ad Autostrade per l’Italia, con la quale il governo ha un lungo contenzioso aperto per l’eventuale revoca delle concessioni.
“Ci siamo mossi con forza quando abbiamo capito che l’evento di inaugurazione avrebbe potuto diventare un evento mediatico di gran festa – hanno aggiunto i parenti – dopo le nostre pressanti richieste e l’importante intervento del presidente Mattarella, la cerimonia di inaugurazione ha acquisito connotazioni di sobrietà, soprattutto in rispetto di coloro che da quel ponte non sono più tornati”.
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