Dopo mesi e mesi di proclami baldanzosi, ora le forze sovraniste rischiano una clamorosa battuta d’arresto. Il ‘caso Strache’, l’inchiesta della Commissione elettorale britannica sui finanziamenti a Nigel Farage, il sospetto dello zampino di Steve Bannon nella campagna elettorale di Marine Le Pen. Con il voto che si avvicina, una lunga serie di inchieste sta infatti mettendo a repentaglio la campagna contro Bruxelles dei vari partiti.
Le formazioni di destra e i conservatori euroscettici puntano a una svolta nella composizione del prossimo Parlamento europeo per diventare la terza forza politica a Strasburgo dopo Popolari e Socialisti (che sulla carta da soli non avranno più la maggioranza all’Eurocamera) e strappare così il podio ai liberali, che dovrebbero riunirsi in una nuova formazione che mette insieme il gruppo dell’Alde con gli eletti della Republique En Marche di Emmanuel Macron.Le ultime proiezioni precedenti allo scandalo austriaco indicano che le forze della destra sovranista potrebbero eleggere complessivamente 173 deputati, contro 154 dell’attuale legislatura. I numeri non consentirebbero in realtà alcun sostanziale cambiamento negli equilibri delle prossime istituzioni Ue, ma l’obiettivo dichiarato è quello di rafforzare il gruppo Europa delle Nazioni e delle Libertà (ENL), formato da Lega, Rassemblement National di Marine Le Pen, Fpo austriaca, partito nazionalista fiammingo Vlaams Belang e i tedeschi dell’Afd.
Il ‘caso Strache’ non è l’unico elemento che rischia di indebolire le forze della destra euroscettica. In Francia, Marine Le Pen, accusata dai suoi avversari di essere il “cavallo di Troia” di Donald Trump e Vladimir Putin per indebolire l’Europa, ha dovuto pubblicamente smentire che Steve Bannon, ex stratega del presidente Usa, abbia svolto un ruolo nella sua campagna elettorale. In Gran Bretagna, il Brexit Party di Nigel Farage ma il suo leader è nel mirino della Commissione elettorale britannica, che ha annunciato di voler indagare sui finanziamento della sua campagna per le elezioni europee.
Un bel pastrocchio, insomma, che incoraggia a farsi avanti proprio quelle destre che, invece, non sono mai salite sul carro dell’antieuropeismo. Come la nuova Forza Italia, con Tajani che sembra ormai lanciato come successore di Berlusconi. E che, non a caso, non fa che prendere le distanze dagli atteggiamenti di Salvini, in guerra costante con Bruxelles.
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