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I pericoli del 5G: gli scienziati: “Frequenze non dannose per la salute”

L’arrivo della rete 5G è ormai alle porte, ma tra i cittadini e le associazioni si diffonde un crescente dubbio sul possibile impatto negativo sulla salute delle persone. L’allarme è giunto addirittura in Parlamento insieme alla richiesta per lo stop all’implementazione delle reti di quinta generazione, ma la risposta di esperti e scienziati però non è dello stesso avviso: in una recente audizione alla Camera dei deputati, istituti nazionali e comitati scientifici indipendenti chiariscono che le tante nuove antenne 5G, per le loro caratteristiche, sono un pericolo ancora più remoto per la salute rispetto alle attuali tecnologie.

Sul quotidiano La Repubblica, che in anteprima ha potuto leggere i resconti dell’audizione, si può scorrere la lista dei soggetti istituzionali che hanno escluso ogni rischio di danni: rappresentanti dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), del Centro Radioelettrico Sperimentale G. Marconi (CReSM), ma anche della Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni Non Ionizzanti, Icnirp (un organismo non governativo, formalmente riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità) e, appunto, dell’Istituto superiore della sanità (nella persona del ricercatore che lo rappresenta per questi temi, Alessandro Polichetti).
L’effetto delle frequenze sulle cellule
Le nuove frequenze 5G sono più elevate rispetto a quelle usate ora dai cellulari e serviranno tra l’altro a creare celle molto piccole e numerose nelle nostre città, per esempio per i servizi dell’internet delle cose (Iot). Nonostante questo però con questa rete di nuova generazione il rischio si riduce perché se è vero che le nuove antenne si sintonizzeranno su onde elettromagnetiche più elevate e capillari, è altrettanto vero che applicate a celle più piccole e numerose (di qui il vantaggio tecnologico) garantiranno una minore esposizione della pelle. In sostanza, se c’era un rischio molto basso di insorgenze tumorali da esposizione alle onde elettromagnetiche con le reti 2 e 3G, con quelle in 5G il rischio si riduce ulteriormente.
Non solo nuove frequenze per il 5G
Dal 2022 la tecnologia di quinta generazione per lo sviluppo dei servizi utilizzerà anche le frequenze a 700 MHz, quella ora occupata al 60% da emittenti televisive nazionali e locali, e sulle quali negli anni non sono stati dimostrati rischi per la salute.

 

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