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I robot tra alberghi e ristoranti: il progresso che avanza senza ostacoli

Nell’era della tecnologia e dell’innovazione, i robot faranno presto parte della nostra vita quotidiana. Quando anni fa, si preannunciava l’entrata dei robot nella società, i più scettici storcevano il naso.
Adesso ci siamo abituati all’automazione del lavoro e ci imbattiamo in macchine che facilitano i gesti quotidiani. L’ingresso dei robot è sempre più prossimo.
L’ultimo esempio concreto proviene dall’Oriente e dall’America, dove robot umanoidi vengono impiegati nei ristoranti, sia per cucinare, sia per accogliere i clienti. É il caso di Hen-Na, un ristorante poco distante dalla città di Nagasaki. In questo luogo i piatti della tradizioni vengono esclusivamente preparati da robot esperti di cucina, mentre all’entrata ce ne altri che accolgono i clienti e forniscono le indicazioni essenziali per la scelta del menu.

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Se poi si è ospiti di un albergo, ci pensano ancora i robot ad effettuare il check-in e portare i bagagli in camera, senza alcun bisogno di aiuto dal parte del personale umano.

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Non serviranno più fattorini o esperti nell’accoglienza? A quanto pare no, almeno in Giappone, dove, stando alle statistiche attuali, la disoccupazione registra uno dei tassi più bassi di tutti i paesi industrializzati, ovvero il 2,8%.

La situazione sarebbe molto diversa nel nostro paese, dove non solo esiste un tasso di disoccupazione molto alto, ma per quanto i robot sarebbero in grado di “rubare” il lavoro già così precario anche chi fa parte del settore.

Eppure, stando all’esperienza nipponica, i robot sono molto più convenienti. Per rientrare nel costo iniziale ci vogliono circa due anni, ma poi è tutto un guadagno, visto che i robot non vanno mai in vacanza e sono capaci di lavorare a ciclo continuo.

I giapponesi non sono però gli unici a puntare sulla robotica. L’America non è da meno e potrebbe sostituire lavori svolti dagli umani con i robot per circa il 54% delle attività svolte nel settore alberghiero.

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La cosa desta curiosità e timore al tempo stesso. Da un lato sappiamo che la tecnologia è inarrestabile e il processo di trasformazione è ormai avviato, senza possibilità di retrocedere. Dall’altro i robot serviranno nella compensazione delle attività umane in quanto andranno semplicemente a sopperire ruoli diventati meccanici, pesanti ed obsoleti.

É quanto sostengono i colossi della ristorazione McDonalds e Starbucks, continuando ad affermare che non ci sarà la tanto temuta riduzione dei posti di lavoro a causa dei robot.

I dati negli Stati Uniti parlano chiaro: la cifra che riguarda i dipendenti del settore alberghiero e della ristorazione è cresciuto del 38% in poco meno di vent’anni, arrivando a raggiungere il numero di 13,7 milioni di persone.

Robot come Flippy, utilizzato in Caliburger, viene adoperato esclusivamente per cuocere hamburger, lasciando spazio agli umani per le prestazioni più importanti, a diretto contatto con i clienti. Così il cliente potrà essere maggiormente coccolato e il “lavoro sporco” lo faranno i robot.

L’altro esempio americano del robot che accoglie al ristorante si trova in California, precisamente nella cittadina di Redwood City. Qui c’è Sally: prepara le insalate ordinate attraverso il touch screen dai clienti.

Se quindi i robot occuperanno nuovi mansioni, è anche vero che maggiore tecnologia significa anche maggiore nascita di nuovi impieghi.

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