Dopo mesi di mediazioni tentate e fallite, gli eredi Savoia si sono appellati alla Costituzione della Repubblica per riavere indietro i loro gioielli e un tesoretto da 300 milioni abbandonato nel 1946.

La Costituzione repubblicana, nata dalle ceneri della monarchia retta proprio dai Savoia e dagli esiti del referendum che ne decretò la fine, consente loro di intentare un processo per la restituzione. Un verbale redatto all’indomani del referendum costituzionale, infatti, affidava i gioielli alla Banca d’Italia per essere disposti da chi di diritto. Proprio in punta di legge, i Savoia si appellano a quella espressione per rientrare in possesso degli averi.