I soldi di Putin, camuffati da compravendita di carburante, per finanziare la Lega in vista delle elezioni europee. Un affare andato avanti col massimo riserbo e sul quale ha alzato il sipario l’Espresso, che ha parlato di strette di mano e bozze di contratti milionari. Da un lato del tavolo uno dei fedelissimi di Salvini, dall’altro pezzi pregiati dell’establishment del leader russo. Al centro, uno stock di carburante del tipo “Gasoil EN 590 standards Udsl”. Un affare a sei zeri per “sostenere segretamente il Carroccio”.
La testata scrive di non sapere se l’affare sia andato già in porto, ma indica una serie di passaggi chiave. La figura chiave è indicata nell’ex portavoce di Salvini, Gianluca Savoini, senza un ruolo ufficiale nel partito ma sempre presente durante le visite ufficiale del numero uno della Lega in Russia. La data da segnare in rosso è invece il 18 ottobre 2018, poco dopo una visita del Capitano a Mosca. Quella mattina, all’hotel Metropo, va in scena un faccia a faccia tra Savoini, insieme ad altri due italiani, e tre russi.
“Di cosa hanno parlato? – scrive l’Espresso – Dell’affare destinato a sostenere le finanze leghiste, per irrobustirle in previsione delle Europee di maggio prossimo: una fornitura di 250 mila tonnellate metriche di gasolio Usld al mese per un anno. In totale fanno 3 milioni di gasolio in 12 mesi. E, stando a quanto stabilito in quella riunione del Metropol, almeno altrettanti milioni di euro destinati al partito di Matteo Salvini”.
L’Espresso scrive di non sapere se ci sia stata o no la fatidica stretta di mano. Ricordando, però, che se l’affare fosse andato in porto “ci troveremmo di fronte a un clamoroso paradosso: un partito nazionalista, la Lega di Salvini, finanziato per la prossima campagna elettorale europea da un’impresa di Stato russa. La principale forza di governo italiana sostenuta da Putin, nemico numero uno della Ue. Il tutto discusso a Mosca da un uomo, Savoini, che non avrebbe alcun titolo per occuparsi di petrolio né tanto meno di finanziamenti della Lega”.
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