Carlo Calenda contro Giorgia Meloni, una sfida nata su Twitter e che ha visto i due contendenti non risparmiarsi insulti e colpi bassi, tra i commenti divertiti degli utenti. Un battibecco iniziato quando la leader di Fratelli d’Italia, che ha annunciato in pompa magna la sua partecipazione al Congresso delle Famiglie in programma a Verona, ha difeso la sua decisione dalle accuse del Movimento Cinque Stelle, che invece ha fatto sapere di voler disertare una kermesse che a detta dei grillini riporta le lancette del tempo indietro al Medioevo.
A Di Maio & co., la Meloni aveva rivolto parole non proprio dolce, definendoli dei “punkabbestia al governo” che difendono “i matrimoni misti”. Espressione particolarmente infelice, quest’ultima, alla quale sono seguite risposte inviperite di cittadini italiani di ogni parte dello Stivale. Tra i quali l’ex onorevole Claudio Calenda, anche lui per niente in punta di piedi: “Ma ti sei bevuta il cervello? I matrimoni misti! Sei la versione burina del Ku Klux Klan”.
La cosa più assurda? La Meloni reagisce stizzita, dando del cafone al suo avversario politico. E facendo notare che sì, forse l’espressione “matrimoni misti” era un po’ infelice. Ma “burina” proprio no, non vuole sentirselo dire. E le accuse di razzismo e discriminazioni, e il terribile paragone con la violenta organizzazione che propugna la supremazia dei bianchi sui neri? Roba da poco, nemmeno citata nel tweet di risposta.
Un concetto ribadito successivamente quando la Meloni ha rivelato di essere vittima di insulti ogni giorno, da “cozza” a “borgatara” fino a “cafona”. “Sarò anche cozza e un po’ sgarbata, ma sostengo le mie tesi senza insultare nessuno” chiariva. Razzismo e affini, anche in questo, non sembravano insulti degni di nota, nonostante siano tra i più gettonati nei messaggi dei suoi critici virtuali. Come fa notare ironicamente Lavinia Rivara sulle pagine di Repubblica, “razzista forse ma burina mai”.
Meloni choc: “I 5 Stelle? Dei punkabbestia al governo, vogliono i matrimoni misti”