Zlatan Ibrahimovic corre in aiuto dell’amico Novak Djokovic. Nel corso di una recente intervista, il calciatore del Milan rende pubblica la sua contrarietà alla vaccinazione obbligatoria contro il Covid e difende la scelta compiuta dal tennista serbo, cacciato dall’Australia perché non vaccinato. Ibrahimovic conferma di essersi vaccinato per convinzione, ma si oppone alla vaccinazione forzata. Le sue parole scatenano immediatamente la polemica social tra favorevoli e contrari.
“È come me una testa balcanica”. Così Ibrahimovic aveva definito Djokovic lo scorso ottobre, in occasione degli auguri del serbo fatti per il quarantesimo compleanno dello svedese. I due si conoscono e si stimano reciprocamente da tempo. L’attaccante del Milan, peraltro infortunatosi al tendine proprio domenica scorsa, decide di entrare a gamba tesa anche nella vicenda che ha visto protagonista l’amico, al quale è stato vietato di partecipare all’Australian Open.
“Vaccinarsi per ragioni di salute non è la stessa cosa che farlo per disputare un torneo di tennis. – dichiara Ibrahimovic intervistato dal domenicale francese Le Journal du Dimanche – Ognuno deve poter avere la sua opinione. Chi si fa un vaccino lo fa perché ci crede, perché pensa sia efficace contro la malattia. Ognuno ha la sua opinione la gente non dovrebbe essere obbligata a vaccinarsi soltanto per poter andare al lavoro. Io mi sono vaccinato perché penso che il vaccino mi protegga, non per poter giocare al calcio. Sono due situazioni diverse”, conclude Ibra.
Insomma, Zlatan Ibrahimovic ci tiene a sottolineare di essersi vaccinato con convinzione. Di averlo fatto non solo per proteggere se stesso, ma anche gli altri. Ma, allo stesso tempo, rifiuta di accettare l’idea che il vaccino debba essere somministrato obbligatoriamente a tutti. Una posizione scomoda che fa finire il campione svedese al centro di una furiosa polemica. Ma lui ha già dimostrato più volte di avere le spalle larghe.
Potrebbe interessarti anche: Djokovic investe nella cura contro il Covid: nuove polemiche