Ignazio La Russa bersaglio di aspre critiche dopo le parole sul figlio gay pronunciate durante l’intervista concessa a Francesca Fagnani nel programma Belve. Il presidente del Senato è finito nella bufera per aver detto che accetterebbe “con dispiacere la notizia” di avere un figlio omosessuale. E così, per cercare di mettere una pezza alle sue dichiarazioni, il fedelissimo di Giorgia Meloni rilascia un’altra intervista: stavolta al Corriere della Sera. La Russa tira in ballo anche Vladimir Luxuria per scagionarsi. E la ex parlamentare, a sua volta intervistata da Libero, abbastanza a sorpresa lo difende raccontando un aneddoto su una sua amica transgender.
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La Russa chiama in causa Luxuria
Nel corso della sua intervista al Corriere, La Russa precisa che “l’unica accusa che non mi si può fare è di essere poco gentile con le donne. Lo sono sempre stato. Con tutte. Chiedete a Vladimir Luxuria ad esempio. Credo mi stimi perché al suo primo giorno di legislatura, intimidita e spaventata, me la presi con un assistente parlamentare che non le aveva dato una rosa distribuita a tutte le altre donne. E gliela diedi. In realtà, io le donne nel programma le ho difese. Dire che ci sarà la parità solo quando ci saranno al vertice donne brutte, grasse e stupide così come ora ci sono uomini brutti, grassi e stupidi è attaccarle o difenderle?”, conclude.
Il caso della transgender
E allora Vladimir Luxuria, sentendosi chiamata in causa, racconta a Libero un episodio accaduto nel 2007, quando era ancora deputata. Un giorno ricevette la lettera di una ragazza transgender che si era trasferita dalla Sicilia ad una città del nord dopo che il padre e il fratello non aveva accettato il suo percorso di transizione. “Parliamo di un contesto un po’ difficile, in una famiglia con dei precedenti penali. – spiega Luxuria – La mamma, invece, l’aveva accettata. Nonostante questo, andar via era stata di fatto una scelta obbligata”. La situazione cambia però quando alla madre viene diagnosticata una malattia incurabile, “cosa che tiene nascosta finché può al figlio, diventato figlia, ma quando ormai non le restava molto da vivere, le dice tutto. Lei vuole tornare a casa. Ma il padre e il fratello sono inflessibili, le intimano di non provarci nemmeno. E sto usando un eufemismo”.
Quando scoprì che il sindaco di quel Paese siciliano era intimo amico di Ignazio La Russa, Vladimir Luxuria decise di contattarlo. “Gli raccontai tutta la storia e lo vidi sinceramente scosso dalla vicenda. – rivela – Chiamò il sindaco. Quest’ultimo fece in modo che quella ragazza potesse tornare a casa in sicurezza, il tutto monitorato dalle Forze dell’Ordine. Alla fine la accettarono. La risposta che ha dato sul figlio gay non è stata il massimo. Ma non ha mica detto ‘chiamo l’esorcista’. Confrontarsi con un figlio che ti confessa di essere gay sarebbe complicato per chiunque, anche per un padre di sinistra. Spesso quello tra padri e figli non è un percorso facile. Ignazio La Russa omofobo? Io dico di no. Altrimenti non potrei nemmeno guardarmi allo specchio”, conclude.
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