Il giornalista investigativo David Cay Johnston, vincitore del premio Pulitzer nel 2001, ha seguito Donald Trump da oltre trentacinque anni. Nel 1988 ha iniziato a scrivere degli affari del tycoon, occupandosi in particolare dei suoi casinò, e da allora non ha più mollato la presa. Nel 2017 ha pubblicato “Donald Trump”, una delle biografie più complete del presidente uscente degli Stati Uniti, che scava nelle sue truffe fiscali e nelle amicizie pericolose.
Secondo Johnston, Trump ha cercato di evitare l’arresto per gli ultimi 40 anni, ma ne ha fatte tante e lo sapeva bene anche lui: sarebbe successo. Nonostante ciò, l’arresto potrebbe non nuocergli, visto che il tycoon è pronto a sfruttare l’incriminazione per fini elettorali e ha già compattato il partito repubblicano intorno a lui.
“Atteggiarsi a vittima è il suo stile. Cercherà di cavalcare l’arresto e ciò che verrà poi. D’altronde è sceso nuovamente in campo proprio perché inseguito da troppe indagini e correre per la Casa Bianca lo scherma: nella peggiore delle ipotesi non finirà in carcere ma ai domiciliari. Certo, colpisce che il suo partito non colga l’occasione per liberarsene. Potrebbe vincere le primarie, ma perderà le elezioni. Il Paese non è con lui, pure i repubblicani vogliono si parli di problemi più seri”, afferma Johnston.
Nonostante il fatto che alcuni membri dell’ultra destra potrebbero ancora essere disposti a far attentati, Johnston sostiene che l’insurrezione del 6 gennaio 2021 non si ripeterà. Quelle persone credevano che Trump li avrebbe salvati dal carcere o avrebbe pagato i loro avvocati, ma non è stato così. Oggi, per mettere la propria vita a rischio per Trump, devi essere un vero fanatico.
Secondo i sondaggi, il 60% degli americani ritiene che incriminare Trump sia giusto. Tuttavia, Johnston crede che l’incriminazione potrebbe comunque portare a una certa violenza. “Membri dell’ultra destra potrebbero sparare a uno sceriffo o fare un attentato. Quella gente pensa solo a sovvertire lo stato e questa è un’occasione magnifica”.
Infine, Johnston afferma che Trump è cambiato in peggio nel corso degli anni ed è diventato più sfacciato e aggressivo. La presidenza lo ha imbaldanzito e l’ha passata liscia troppe volte. Per Trump, tutto è una transazione, come lo era già da ragazzo, quando suo padre Fred gli dava perfidi consigli come “Ruba, menti, tradisci e non farti prendere”. Johnston sta lavorando al sequel della sua biografia di Trump, ma ammette di non riuscire mai a mettere la parola fine.