Un piano quasi diabolico, un espediente talmente fantasioso da sembrar preso dalla sceneggiatura di un film. E invece l’accusa nei confronti di Leo Battaglia, candidato alle elezioni regionali in Calabria, è vera: per farsi vedere il più possibile dai cittadini, si alternerebbe con il fratello gemello Francesco. A raccontare le polemiche intorno all’esponente del Carroccio è Il Fatto Quotidiano: “Stando a quello che scrive il sito del Corriere della Calabria, la trovata ‘geniale’ è di Leo Battaglia, candidato della Lega alle elezioni del 26 gennaio. Il leghista calabrese infatti, avrebbe sfruttato il gemello Francesco Battaglia.
“Per ottimizzare i tempi di una campagna elettorale troppo corta, avendo a disposizione praticamente il suo ‘sosia ‘ (che tra l’altro è consigliere comunale a Castrovillari), Leo Battaglia è riuscito a dare la sensazione di godere del dono dell’ubiquità” . E così, secondo le ricostruzioni, mentre gli altri candidati si trovavano costretti a scegliere con cura le zone da battere, Battaglia non si poneva minimamente il problema. Rimanendo nella zona del Cosentino per poi spostarsi rapidamente, grazie all’escamotage, sul palco di Crotone con Matteo Salvini.Proprio l’incontro con il Capitano è finito nel mirino: l’accusa è infatti quella di aver fatto salire sul palco il gemello di Leo, Francesco, che avrebbe stretto la mano e scattato selfie in compagnia di un ignaro Salvini. Anche alla successiva cena avrebbe preso parte il fratello del candidato.
Il tutto mentre Leo Battaglia, stando a quanto riporta il sito locale del Corriere della Calabria,“continuava la campagna elettorale sul territorio per rastrellare consensi e, magari, superare quota 2271, che nella scorsa tornata regionale non fu sufficiente ad assicurargli un posto al caldo dell’Astronave della politica calabrese”.Il candidato leghista, ricorda la testata, si era presentato anche alle Regionali del 2014, in quell’occasione sotto la bandiera di Fratelli d’Italia. Ma anche lì non erano mancate le polemiche: in tutte le strade statali della provincia di Cosenza era infatti comparsa improvvisamente la scritta “Leo Battaglia alla Regione”. Muri imbrattati e mai puliti per cui, a distanza di cinque anni, non essendoci alcun riferimento a FdI, quelle scritte tornano utili al candidato.
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