Mesi e mesi di incessante campagna, martellante. Con una frase, “Parlateci di Bibbiano”, la P e la D maiuscole a ricordare ai dem le loro responsabilità di fronte a una storia orribile, con minacce alle famiglie e pratiche truccate per strappare ai naturali genitori bambini da dare in affido ad altre coppie. Una ricostruzione poi smentita dall’iter giudiziario della vicenda, che ha di fatto enormemente smorzato la portata del cosiddetto “caso Bibbiano”. E che ora, però, inchioda alle rispettive responsabilità i protagonisti di quell’infinita serie di accuse.
A partire da un personaggio, Lucia Borgonzoni. Candidata leghista al ruolo di presidente della Regione Emilia-Romagna, si trova ora in una situazione particolarmente delicata. La campagna elettorale vera e propria, quella che dovrebbe condurla al trionfo, la sta infatti facendo Salvini al suo posto. Lei in secondo piano, quasi ectoplasmatica. Il leader maximo ovunque, onnipresente nelle piazze, nelle tv, nei locali. La Borgonzoni, nonostante l’invadenza del superiore, era però riuscita comunque a ritagliarsi un posto al sole nei mesi. Come? Parlando continuamente di Bibbiano.
Indelebili le immagini della leghista che si toglie la giacca in Aula per mostrare, con tono provocatorio, una maglietta con scritto “Parliamo di Bibbiano” alle telecamere. E impossibile non pensare che, oggi, forse sarebbe opportuno da parte sua un passo indietro, visto lo sgonfiarsi del caso e delle accuse, con tanto di scarcerazione del sindaco del luogo. Il Pd ne ha subito chiesto conto: “
Ora, cara Borgonzoni, parlatene voi di Bibbiano se avete una dignità e fatelo per chiedere scusa e dire che avete giocato con la vita di una persona. A questo punto chi risarcirà il sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti, dal linciaggio mediatico e politico di cui è stato vittima in questi mesi?”.“La giustizia sta accertando l’andamento dei fatti e noi siamo con i magistrati che svolgono il loro lavoro con professionalità e competenza. Ma coloro che hanno usato e strumentalizzato biecamente questa vicenda per cercare di trarre vantaggi politici con una campagna diffamatoria, distillando quotidiano veleno, devono solo chiedere scusa”. Ecco, forse per una volta un passo indietro sarebbe quantomeno auspicabile. Nonché un modo per mettersi in mostra, per una volta, in maniera positiva.
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