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Il consigliere leghista che invita a non festeggiare la Liberazione: “Via il tricolore”

“Consiglio della nonna: ritirare il tricolore dal balcone, lavarlo asciugarlo e farlo riposare dentro casa. Il 26 aprile all’alba farlo nuovamente risplendere sul balcone come farebbe un vero patriota…”. Toni evidentemente denigratori, l’intento di provocare e di rivendicare con orgoglio la propria distanza da una festa, quella della Liberazione, alla quale il mondo delle destre italiane continua a mostrarsi particolarmente allergica. Stavolta, a lanciare il messaggio in rete è stato un esponente della Lega, il segretario provinciale di Ascoli Andrea Maria Antonini.

Antonini non è nuovo a esternazioni di questo tipo. Travolto da critiche di chi lo invitava ad assumere, una volta tanto nella vita, dei toni più responsabili, il consigliere leghista non ha mollato il colpo, specificando che”ognuno fa e scrive ciò che vuole” perché in fondo “siamo un popolo libbbbero e libbberato grazie ai partiggggiani e agli ammmmericani”.E d’altronde già lo scorso anno la Lega era finita nell’occhio del ciclone per la scelta del segretario Matteo Salvini di non partecipare alle tradizionali cerimonie del 25 aprile per volare in Sicilia. Sulla stessa falsariga, un segretario provinciale ha fatto un passo in più, invitando a levare il tricolore e a boicottare i festeggiamenti, seppur virtuali o dal balcone di casa.Immediata la reazione dell’Anpi e di altre forze politiche di Ascoli Piceno: dal Pd, al M5s a Italia Viva, in molte hanno chiesto al sindaco di Ascoli Piceno Marco Fioravanti di dissociarsi da quanto dichiarato dal segretario provinciale della Lega. “Abbiamo letto un post sul 25 aprile del commissario provinciale Piceno della Lega in cui invita i lettori a ritirare il tricolore dal balcone, per poi esporlo nuovamente il giorno successivo. La volgarità del messaggio è tale che non ci sentiamo di dover rispondere ma dato che il Signore in questione rappresenta una forza politica presente nel Consiglio Comunale Le chiediamo, Signor Sindaco, di prendere pubblicamente le distanze da tali asserzioni”.

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