Nessun problema costituzionale o giuridico sul possibile trasferimento di Mario Draghi da Palazzo Chigi al Quirinale. Ad assicurarlo è Sabino Cassese. Il costituzionalista rilascia un’intervista al quotidiano La Stampa in cui spiega perché l’attuale presidente del Consiglio avrebbe via libera verso il Colle nel caso dovesse essere eletto. Anche se, precisa, sarebbe la prima volta nella storia repubblicana che si verifica questo tipo di salto di poltrona.
“Il presidente che sarà eletto, è per tre legislature. – spiega Cassese – Avrà una gamba in questa legislatura, un’altra nella prossima e un’altra ancora nella successiva. La presidenza Mattarella ha coperto due legislature, il prossimo presidente ne coprirà tre. A maggiore ragione una scelta importante” secondo il costituzionalista.
Sul fatto che non sia mai accaduto che un presidente del Consiglio si trasferisca direttamente da Palazzo Chigi al Quirinale, Cassese minimizza: “È la prima volta che accadrebbe ma è una cosa banale. Non ha nulla di peculiare. A quel punto – prosegue – scriverebbe una lettera all’attuale capo dello Stato e darebbe le dimissioni da presidente del Consiglio dei ministri. E il ministro più anziano assumerebbe immediatamente le temporanee funzioni di presidente del Consiglio”.
“Passerebbe qualche giorno, il tempo necessario per preparare il suo discorso e dopo aver giurato e aver pronunciato il suo messaggio, il nuovo capo dello Stato assumerebbe le sue funzioni. Aprirebbe le consultazioni e deciderebbe le sorti del governo del quale faceva parte. – prosegue la sua lezione Cassese – Ben altre sono le peculiarità di questa fase. Non c’è mai stato un presidente che dovesse essere eletto da un sistema politico così frammentato. Ci sono quattro forze politiche tra il 15 e il 20%. Altre sei o sette che stanno tra il 2 e l’8%. E ognuna di queste forze, a sua volta, ha divisioni interne”, conclude preoccupato.
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