Quasi 45 mila contagi al giorno, una media impressionante che sta spingendo il governo inglese a rivedere completamente la gestione dell’emergenza Covid. Con la possibilità di introdurre nuove limitazioni, tra le quali anche una sorta di equivalente del Green pass italiano da mostrare in determinate circostanze. Proposte che hanno infiammato il dibattito politico, con l’Observer che ha anticipato le misure al vaglio dell’esecutivo britannico.
Secondo la testata inglese, un’agenzia governativa per la sicurezza sanitaria avrebbe contattato nelle scorse ore le autorità locali per verificare se sono pronte ad appoggiare “l’immediata applicazione del piano invernale”, il cosiddetto piano B che Boris Johnson ha finora rifiutato di intraprendere. Il tutto mentre gli ospedali hanno lanciato l’allarme: il personale non basta e le strutture sono ormai piene di pazienti colpiti dal Covid.
Boris Johnson in queste ore ha continuato a insistere sui vaccini, senza menzionare ulteriori restrizioni sul fronte delle libertà personali. E ha esortato tutti alla terza dose, decisa nelle scorse settimane per i cittadini al di sopra dei 50 anni o con patologie particolari. Il dibattito, però, si sta facendo via via più incandescente, anche perché la campagna di vaccinazione, partita a gran velocità prima che in altri paesi, ha rallentato nelle ultime settimane.
Per rilanciare la campagna il governo ha richiamato in servizio il consigliere responsabile delle vaccinazioni nella prima fase di lotta alla pandemia, quando la Gran Bretagna era il paese in Europa più avanti nelle inoculazioni per il Covid. In queste ore il professor Peter Openshaw, membro del New and Emerging Respiratory Virus Threats Advisory Group, ha dichiarato all’Observer che, senza misure restrittive, c’è il rischio di un altro “lockdown a Natale”, eventualità tassativamente esclusa dal ministro delle Finanze Rishi Sunak.
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