Tante le iniziative che in queste ore si stanno susseguendo in ogni Stato del mondo per manifestare vicinanza a un’Italia ancora in ginocchio a causa del coronavirus, con aiuti che arrivano da tantissimi Paesi. A far notizia, più di altri, è però la vicinanza di chi si trova a sua volta a vivere in situazioni economicamente di difficoltà, come Taiwan. Che, pure, non si è tirato indietro e ci ha teso la mano nel momento del bisogno.
La presidente Tsai Ing-wen aveva già annunciato nei giorni scorsi una donazione di dieci milioni di mascherine, destinate a chi ne aveva bisogno. Ora ha disposto che 500 mila di questi dispositivi siano spediti in Italia. Nel frattempo, i cittadini della piccola nazione insulare asiatica hanno deciso di raccogliere dei soldi e inviarli all’Italia come forma di gratitudine nei confronti dei preti che, dopo la Seconda Guerra Mondiale, hanno aiutato Taiwan nella costruzione di ospedali e strutture sanitarie.
Un gesto forte, fortissimo, da parte di un Paese che non naviga certo in ottime acque e che pure ha voluto far sentire all’Italia tutto il suo calore. I cittadini hanno già raccolto tre milioni di dollari, che serviranno per comprare materiale da inviare nello Stivale. “Ora che l’Italia ha bisogno – ha spiegato un sacerdote in un video lanciato per sponsorizzare l’iniziativa – i cittadini di Taiwan vogliono restituire quel prezioso aiuto”.
In passato la Chiesa aveva aiutato i cittadini taiwanesi quando, negli anni Cinquanta, la condizione del Paese era di estrema difficoltà, portando loro cibo e soldi. In rete si vedono ora filmati di tantissimi cittadini in coda intenti a donare denaro per inviarlo in Italia, nonostante anche loro siano alle prese come molti altri con l’epidemia dovuta al diffondersi del coronavirus.
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