Il dolore è insopportabile per Chiara Tramontano, sorella di Giulia, la 29enne incinta al settimo mese, tragicamente scomparsa da Senago. Giulia è stata ritrovata morta la notte del 1° giugno, assassinata dal suo compagno Alessandro Impagnatiello, che ha confessato il terribile crimine. In questi giorni di tragedia, Chiara ha condiviso i suoi sentimenti strazianti sui social media: «Io vorrei urlarlo al mondo come mi sento, ma le parole mi muoiono in gola».
Dopo un primo messaggio pubblicato per ringraziare coloro che hanno offerto speranza alla sua famiglia in questi giorni terribili, Chiara ha dedicato nuove parole struggenti alla sorella scomparsa. Unendo al dolore per la perdita della sorella, quello per il piccolo che Giulia portava in grembo, Chiara ha scritto: «Noi saremo sempre quel fiore appoggiato alla tua spalla. Vi sorreggeremo entrambi, saremo come nuvole e guarderemo sempre in alto».
Il disegno che ha accompagnato il suo messaggio ritrae Giulia, un’immagine evocativa del legame eterno che le unisce. In un’esternazione di profonda angoscia, Chiara ha poi espresso il suo dolore per la perdita del nipote che non ha avuto la possibilità di conoscere: «Perché io sono morta lentamente in questi cinque giorni. Noi siamo morti. Perché tu non sia mai sola. Siamo venuti con te, per poterlo cullare, abbracciare, toccare».
Chiara non nasconde il rimorso per non aver potuto fare di più: «Perché volevo essere la zia più brava di sempre, se me lo avessero concesso. Noi avremmo voluto fare di più per portarti a casa. Ti prego… dimmi: è stato abbastanza? Tu ci hai sentito? Perché noi non sentiamo più nulla». Le sue parole rivelano la disperazione di chi resta, incapace di comprendere o accettare l’orribile realtà.
L’eco di queste parole è un monito per tutti. La tragedia di Giulia Tramontano e del suo bambino mai nato è una ferita aperta nella comunità di Senago, un dolore incolmabile per la famiglia. Il lutto, la rabbia, il rimorso si intrecciano in un quadro di disperazione che nessuna famiglia dovrebbe mai dover affrontare. Questa storia tragica ci ricorda l’importanza di agire contro la violenza sulle donne, per proteggere altre Giulie, altre famiglie e altri bambini che non vedranno mai la luce del giorno.