Ancora drammatica la situazione sul fronte migranti. Al momento sono circa 250 i profughi che restano a bordo di due imbarcazioni Ong ormeggiate di fronte al porto di Catania. Altre 230 persone si trovano sulla Ocean Viking fuori dalle acque territoriali italiane. 500 invece i migranti soccorsi direttamente in mare nelle ultime ore. Mentre alla nave Rise Above è stato assegnato quello di Reggio Calabria come porto sicuro.
In questo quadro si moltiplicano gli appelli al salvataggio provenienti da diverse istituzioni internazionali. Secondo il governo tedesco “il salvataggio in mare è un dovere morale e giuridico e non può essere impedito”. La Commissione europea chiede invece a Palazzo Chigi di “agevolare gli sbarchi”.
“Le persone bloccate devono essere sbarcate rapidamente, senza ulteriori ritardi. – affermano in una nota l’Organizzazione mondiale delle migrazioni (Oim) e l’Agenzia dell’Onu per i rifugiati (Unhcr) – Chiediamo agli Stati della regione di proteggere le vite delle persone soccorse ponendo fine all’attuale impasse e offrendo un porto sicuro per lo sbarco a tutte le persone rimaste sulle navi ong dopo essere state salvate nelle zone di ricerca e soccorso (Sar) maltesi e libiche, nel Mediterraneo centrale”.
“Lo sbarco in sicurezza dovrebbe essere seguito da una significativa condivisione delle responsabilità tra tutti gli Stati interessati attraverso accordi regionali e di cooperazione, in modo che tutti gli Stati costieri possano assolvere alle proprie responsabilità di ricerca, soccorso e sbarco. – proseguono le agenzie dell’Onu appena citate – Un approccio frammentario e ad hoc in alto mare, che continui a lasciare soli gli Stati costieri, non può essere perseguito in questo modo e non è sostenibile. La priorità deve essere soprattutto quella di salvare vite e rispettare la dignità umana”, concludono il loro appello al governo Meloni.
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