Marta Fascina racconta del dolore per la perdita di Silvio Berlusconi. Le sue parole in esclusiva in un’intervista presente nel libro in uscita di Bruno Vespa, anticipate dall’Ansa. “Sono un deputato alla seconda legislatura. Come ho sempre detto, seguo e faccio politica fin da adolescente. Continuerò a svolgere il mandato parlamentare che mi hanno conferito i cittadini. La mia assenza è stata motivata da una sofferenza indescrivibile. La sua improvvisa scomparsa terrena l’ho vissuta, la vivo e la vivrò con un senso di angosciante vuoto che resterà incolmabile per tutto il resto della mia vita”. (Continua)
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Sofferenza indescrivibile, Marta Fascina racconta del dolore per la perdita di Silvio Berlusconi
Torna Marta Fascina e racconta del dolore per la perdita di Silvio Berlusconi. Per quanto riguarda possibili incarichi di partito, invece risponde alle domande di Vespa: “Non ho mai chiesto né aspirato ad incarichi di partito. Dunque no, al momento, non immagino particolari ruoli per me”.
Alcuni giorni fa, Marta Fascina è tornata in pubblico per presenziare al Tommaso Fabio, il secondo figlio di Luigi Berlusconi e della moglie Federica Fumagalli, la cui nascita era stata annunciata da Silvio Berlusconi in uno dei sui ultimi interventi in Senato. Alla cerimonia era presente tutta la famiglia Berlusconi, tranne Pier Silvio. Marta Fascina aveva un sorriso triste, evidente segnale che la ripresa è solo appena accennata. “In un simile contesto di armonia e unione che lui Silvio, nella sua unicità, è stato capace di creare sarebbe stato difficile non stringere eccellenti rapporti con i suoi amati figli a cui resto legata da sentimenti di stima ed affetto sinceri e profondi”. (Continua)
Il destino della villa di Arcore
Sulla sua residenza a Villa San Martino, Fascina dice a Vespa: “Ammetto che sorrido, anche se è una cosa che mi risulta difficile in questo momento, quando leggo fantasiosi articoli di stampa. La categorica smentita della famiglia Berlusconi vale più di qualsiasi infondato pettegolezzo”. Berlusconi, conclude Fascina, “ha lavorato sino a poche ore prima di raggiungere la casa del Signore. Leggeva giornali, scriveva appunti, ragionava di politica interna ed internazionale e di aziende, telefonava ad amici, politici, collaboratori. Fino agli ultimi istanti è rimasto pienamente lucido ed operativo”.
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