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Mariupol, Micalizzi a Piazzapulita: “Non ho voluto fotografare i bambini morti”

Puntata speciale di Piazzapulita, quella andata in onda giovedì 9 giugno. Il titolo è ‘L’assedio’ e le immagini arrivano direttamente dalla città martire ucraina di Mariupol, girate dal fotoreporter inviato di guerra Gabriele Micalizzi. Il conduttore Corrado Formigli intervista il collega, riuscito ad entrare nella città del Donbass già prima dello scoppio della guerra. E il suo racconto è drammatico.

Puntata speciale di Piazzapulita su Mariupol

“Sei stato uno dei pochissimi giornalisti a entrare a Mariupol. Come hai fatto”, gli domanda Formigli. “Un passo importante è stato essere lì prima dell’inizio della guerra. – spiega Micalizzi – Io sono arrivato nella Repubblica di Donetsk prima che chiudessero la frontiera. Poi da lì ho avuto accesso ad entrare a Mariupol dopo che la strada è stata liberata e le truppe russe sono avanzate. Ho avuto la possibilità di entrare all’interno della città, sia accompagnato dalle forze dell’esercito della Dnr, sia anche in maniera indipendente, con la macchina, mettendo ovviamente sulle portiere la scritta tv”.

“La città era un fronte per tutto il suo perimetro che poi piano piano si è spostato fino ad arrivare all’acciaieria Azovstal”, ricorda Micalizzi. Formigli gli domanda allora quale sia stata la sua prima sensazione la prima volta che è entrato a Mariupol. “Quando sono arrivato il vento soffiava forte, pioveva ed era molto spaventosa e tetra. Quindi ho dei ricordi molto forti di una situazione un po’ surreale di queste persone che vagavano per la città. – racconta il fotoreporter – La cosa che mi ha stupito di più non era tanto la guerra in sé, ma vedere un numero così elevato di persone dentro un campo di battaglia. Non mi era mai capitato di vedere una cosa del genere”.

“Mi ha colpito il paesaggio desolato. Se tornerò a Mariupol? Una parte di me non vuole più tornare, sono combattuto . La fotografia che non ho voluto fare? Quella dei bambini morti”, conclude poi Gabriele Micalizzi ricordando con commozione le scene più drammatiche e toccanti che gli si sono presentate davanti agli occhi.

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