Sul Pil italiano è intervenuto anche il Fondo Monetario Internazionale, che ha ha inserito l’Italia nell’elenco dei rischi maggiori per l’economia mondiale. La crescita, si legge nell’aggiornamento del World economic outlook, si fermerà allo 0,6% nel 2019, 0,4 punti in meno rispetto a quanto fissato nel rapporto di ottobre. Resta invece invariata allo 0,9% la previsione per il 2020. A giustificare la revisione, affermano i tecnici dell’istituto di Washington, sono “la debole domanda domestica e i maggiori costi di finanziamento dovuti ai rendimenti elevati sui titoli di Stato”.
Il dato per il 2019, inferiore rispetto all’1% programmato dal Governo – su pressioni dell’Ue, dopo un’iniziale stima al +1,5% – è perfettamente in linea con quello recentemente pubblicato nel Bollettino economico della Banca d’Italia. La situazione finanziaria dell’Italia, assieme alla Brexit, è fra i principali fattori di rischio globali indicati dal Fondo monetario internazionale. “In Europa continua la suspence su Brexit, e il costoso intreccio fra rischi sovrani e rischi finanziari in Italia rimane una minaccia”, ha detto il direttore della Ricerca del Fmi Gita Gopinath presentando il rapporto a poche ore dall’inizio del Forum economico mondiale di Davos.
“Gli spread italiani – si legge al primo punto della sezione sui rischi globali, che evoca anche una Brexit senza accordo – sono scesi dal picco di ottobre-novembre ma restano alti. Un periodo prolungato di rendimenti elevati metterebbe sotto ulteriore pressione le banche italiane, peserebbe sull’attività economica e peggiorerebbe la dinamica del debito”. L’analisi dei rischi prosegue poi con l’ipotesi di una “Brexit senza accordo dal carattere dirompente, con contagio all’estero, e un aumentato euroscetticismo intorno al voto europeo di maggio”.
E dopo Bankitalia e Fmi è stata la volta della Commissione Europea, per bocca di Pierre Moscovici, dare al Governo italiano la notizia della revisione al ribasso delle previsioni sulla crescita dell’Italia. “Tra qualche settimana rivedremo le stime di crescita per l’Italia e la Ue” ha indicato ai giornalisti il commissario Ue agli affari economici prima dell’avvio della riunione Ecofin.
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