Matteo Salvini è arrivato nell’aula bunker di Palermo in occasione della seconda udienza del processo Open Arms, che lo vede indagato per abuso di ufficio sequestro di persona. Anche la ong spagnola parteciperà al processo come parte lesa e parte civile. Tra le altre testimonianze, sono attese quelle dell’ex premier Giuseppe Conte, dei ministri Luigi Di Maio e Luciana Lamorgese, oltre a quella dell’attore americano Richard Gere. È stata proprio la Open Arms a chiedere a Gere di testimoniare, visto che era salito a bordo della nave nell’agosto del 2019. Intervistato dal Fattoquotidiano.it, il fondatore della ong spagnola, Oscar Camps, non risparmia dure critiche a Salvini.
“La linea di Open Arms è sempre stata quella di proteggere le vite in mare, soprattutto quella delle persone più vulnerabili, perché previsto dai trattati internazionali. – dichiara Oscar Camps al Fattoquotidinao.it – Ma se questo lo interpretiamo come una questione politica, confondiamo l’opinione pubblica”, ci tiene a puntualizzare.
“Purtroppo oggi all’Europa è rimasta poca umanità. – si lamenta il fondatore di Open Arms – La poca che è rimasta è quella delle organizzazioni umanitarie. Finora abbiamo salvato 62mila vite in sei anni. Mi chiedo cosa avrebbero potuto fare 28 governi, se questo è quello che siamo riusciti a fare noi con una barca”, si lamenta Camps che non si capacita del fatto che i governo europei preferiscano voltare la testa di fronte alla tragedia che si sta consumando nel Mediterraneo.
“Già il fatto che si chiedano spiegazioni per comportamenti che hanno causato tanto dolore e sofferenza non necessaria per me è molto importante. E se si farà giustizia sarò ancora più contento. Ma in ogni caso si condannerebbe un delitto, non Salvini”. Così conclude il portavoce di Open Arms. L’attenzione mediatica si sposta adesso nell’aula bunker di Palermo dove nei prossimi giorni si alterneranno decine di testimoni.
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