Sono stati ritrovati solo ieri in serata i resti dei due piloti del Canadair impegnato in un’azione di spegnimento di un grande incendio alle pendici del Calcinera giovedì scorso.
L’equipaggio era composto da Roberto Mazzone, salernitano di 62 anni, e da Matteo Pozzoli, 58 anni, originario di Erba.
Con il loro aereo, avevano recuperato dell’acqua da Linguaglossa per dirigersi verso il monte Calcinera, dove si era propagato l’incendio. Secondo gli inquirenti, durante le manovre, il Canadair avrebbe toccato il costone della montagna e sarebbe esploso per le conseguenze dell’impatto.
A quel punto si è scavato nella vita dei due piloti. Mazzone aveva una comprovata e apprezzata esperienza ed era istruttore di volo e volontario dell’associazione Soccorso Amico di Salerno. Nel 2003 riuscì a planare e atterrare senza danni sul lungomare di Salerno con un aereo da turismo in avaria.
Molte ombre e accuse si sono addensate sul suo collega, Matteo Pozzoli, anche perché la compagnia per la quale i due lavoravano avrebbe interesse ad accertare l’errore di qualcuno.
Nel 1997, Pozzoli ebbe un incidente sul monte Luponi, nei pressi di Latina, e in quella circostanza morì il capitano Maurizio Poggiali. Pozzoli rimase gravemente ferito e fu condannato per omicidio colposo a un anno e sei mesi e per danno erariale dalla Corte dei Conti.
Per via del suo passato, questa mattina il fratello, Simone Pozzoli, è stato raggiunto dall’AdnKronos e ha dichiarato, visibilmente commosso: “Siamo qui sul luogo dell’incidente dove mio fratello ha perso la vita mentre spegneva un incendio che qualcun altro ha acceso. Sono anni che mio fratello spegne incendi ed è partita la macchina del fango che è solo vergognosa. Sono partite dicerie e storie assurde che sono terribili. Mi auguro che venga fuori la verità e venga riconosciuto quanto ha fatto”.