Si stanno tenendo ad Istanbul, in Turchia, i negoziati di pace tra Russia e Ucraina. Dopo la prima giornata di colloqui emergono indiscrezioni sulla possibile neutralità di Kiev, sul mancato ingresso nella Nato e sull’entrata invece nell’Ue. Ma al momento si tratta solo di ipotesi. A fare notizia è però anche l’inizio del ritiro delle truppe di Mosca dalle vicinanze di Mosca, come segnalato dalla Cnn. Un cambio di strategia del Cremlino che il generale italiano Leonardo Tricarico commenta puntando il dito contro le “difficoltà crescenti” dell’esercito di Vladimir Putin.
Secondo quanto riporta l’emittente americana Cnn, l’esercito russo starebbe iniziando a ritirarsi dalle vicinanze di Kiev. Secondo i due funzionari di Washington citati dalla tv, questa mossa rappresenterebbe un importantissimo cambio di strategia da parte del Cremlino. Insomma, secondo gli Usa questo spostamento di truppe potrebbe non essere temporaneo, ma definitivo.
Una tesi sposata solo in parte dal generale Tricarico. “In assoluto è una buona notizia perché è meno sangue che verrà sparso in una città di tre milioni di abitanti. – commenta Tricarico ospite di Tagadà su La7 – Con i metodi russi significherebbe il macello, la brutalità, l’orrore e tutto quello che sappiamo”.
“Lasciare Kiev non è una gentile concessione di Putin. – mette però in chiaro il generale – È il sintomo delle difficoltà crescenti del suo esercito che si sono notate fin dal primo giorno. Effettivamente il primo giorno l’anomalia che si è notata è quella della progettazione dell’invasione. Veramente un tanto al chilo, senza che una dottrina riconoscibile ed efficace fosse evidente. Poi, all’errore in questa progettazione, si sono associate tutte le difficoltà crescenti che oggi evidentemente mordono e costringono a una rimodulazione significativa e quindi a concentrarsi nella parte Est del Paese”, conclude Tricarico.
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