Il generale Roberto Vannacci, noto per il suo libro dai contenuti omofobi e sessisti, è stato ufficialmente sollevato dal suo incarico di guida dell’Istituto geografico militare di Firenze, come annunciato in un dispaccio dello Stato Maggiore dell’Esercito stamattina. Il suo successore sarà il generale Massimo Panizzi, già portavoce dell’ammiraglio Giampaolo Di Paola, ex ministro della Difesa nel governo Monti.
Dal 20 agosto, senza alcuna cerimonia di avvicendamento in vista della situazione delicata, Panizzi prenderà le redini dell’istituto. Vannacci, nel frattempo, sarà trasferito al Comando delle Forze operative terrestri con sede a Roma, sebbene rimarrà a Firenze senza assolvere, per ora, ruoli direttivi. Queste informazioni sono state inizialmente riportate dal giornalista Gabriele Carrer.
La decisione arriva senza l’avvio di indagini disciplinari che avrebbero dovuto valutare possibili violazioni sia dell’articolo 1472 del Codice dell’ordinamento militare, riguardante la libertà di espressione, sia dei doveri del militare rispetto al giuramento di fedeltà alla Repubblica Italiana.
Nel contesto social, molti militari ed ex-militari hanno espresso sostegno a Vannacci, con commenti come “finalmente uno che dice la verità”. Alcuni, dall’orientamento politico di destra, hanno criticato il ministro della Difesa Guido Crosetto per essersi piegato alle polemiche. Oggi, Crosetto ha ribadito che il suo dovere è quello di mantenere distacco e rispettare le regole e le norme, senza cedere a pressioni esterne.
Il contenuto del libro di Vannacci ha suscitato una forte reazione anche all’interno delle forze armate. L’Associazione Nazionale Incursori dell’Esercito ha espresso il suo pieno sostegno a Vannacci. Singoli membri dell’esercito hanno elogiato e difeso il generale. L’ex colonnello Fabio Filomeni ha sottolineato il suo sostegno, citando un noto motto fascista. Inoltre, un altro ex colonnello, Ennio Druda, ha suggerito che alcuni passi del libro di Vannacci dovrebbero sostituire le letture domenicali del Vangelo.
La rimozione del generale Vannacci sottolinea le tensioni presenti nell’esercito italiano riguardo alla libertà di espressione e ai valori fondamentali della Repubblica.