Due uomini divisi da tutti, agli estremi dell’arco politico e del parlamento, opposti nelle idee e nei programmi. E uniti però forse da una sola cosa, la stima reciproca. Un rapporto che molti hanno ignorato nel corso degli anni, e che invece viene svelato dal libro di Antonio Padellaro, “Il gesto di Almirante e Berlinguer”. Rivelazioni inedite, raccontate attraverso i fatti. Edito da PaperFIRST, 96 pagine, il testo sarà in vendita in edicola il 1 maggio insieme al Fatto Quotidiano al prezzo di 6,5o euro e dal 2 maggio in tutte le librerie a 8 euro (anche in versione e-book).
“È accaduto per davvero – si legge in un passaggio scritto dal giornalista – Conosciamo i loro nomi: Giorgio Almirante ed Enrico Berlinguer. Ora sappiamo che s’incontrarono per quattro o sei volte tra il 1978 e il 1979. Sappiamo che il luogo prescelto era una stanza, accanto alla commissione Lavoro, all’ultimo piano di Montecitorio”.
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“Si vedevano preferibilmente nel deserto parlamentare del venerdì pomeriggio. Sappiamo che soltanto quattro uomini ne erano a conoscenza, di cui tre sono morti. È rimasto un solo testimone. Si chiama Massimo Magliaro. All’epoca era il portavoce di Almirante e il capo ufficio stampa del Movimento sociale italiano”.
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“Almirante e Berlinguer avevano deciso di scambiarsi informazioni riservate. Ma i colloqui tra i due leader rappresentano anche un gesto, un modo nobile di intendere la politica di cui oggi, nell’era dei social e dell’insulto mediatico, non rimane più traccia”.
“Questa legittima difesa non l’avrebbe votata nemmeno Almirante”. Salvini umiliato così