Gilda Ammendola, giallo sulla sua morte. La ragazza è stata trovata impiccata in cella il 22 gennaio nel carcere di Fleyry-Merogis di Parigi. La sua famiglia esprime molte perplessità e non crede alla versione ufficiale delle autorità francesi. La procura di Roma ha avviato un’indagine per istigazione al suicidio sulla morte della donna di 32 anni originaria di Portici, nel Napoletano.
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Giallo Gilda Amendola e il suicidio in carcere
È giallo sulla morte di Gilda Amendola. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, ci sono molti punti oscuri sulla vicenda che hanno spinto la famiglia a fare un esposto ai pm romani. A cominciare dall’arresto della donna, i cui motivi non sarebbero stati ancora chiariti. La donna, incensurata al momento dell’arresto, era stata trovata impiccata nella sua cella. La famiglia, assistita dall’avvocato Domenico Scarmpone, ha avuto molti problemi nell’ottenere informazioni sulla morte di Gilda Ammendola. In particolare, è stato impedito loro di vedere il corpo della donna e anche a un perito di parte di assistere alla prima autopsia fatta in Francia.
Il giorno dopo l’arresto della donna, la famiglia ha ricevuto la telefonata di un funzionario francese che chiedeva di inviare un pacco con degli effetti personali per la detenuta. Poco dopo, però, è arrivata un’altra telefonata in cui si comunicava la morte della donna. Il pm Eugenio Albamonte ha nominato un medico legale per eseguire una seconda autopsia, che dovrebbe svolgersi a Parigi. Intanto è stato disposto il trasferimento della salma, che dovrebbe avvenire il prossimo martedì.
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