La scelta di Giorgia Meloni di declinare al maschile il suo nuovo incarico di presidente del Consiglio sta provocando diversi mal di pancia a sinistra. Chi non sta proprio nella pelle è Laura Boldrini. La parlamentare del Pd pretende che il neo premier si faccia chiamare al femminile proprio per difendere i diritti delle donne. Ma la Meloni non la pensa affatto così. E allora ci pensa il giornalista Luca Bottura a metterci il carico.
“Questo scelta parrebbe ideologico, subalterno al più bieco patriarcato, supino a un concezione maschile del comando che rasenta il provocazione”, scrive Luca Bottura su La Stampa giocando volutamente con la declinazione maschile e femminile. “Va da sé che se il Meloni predilige essere apostrofato con attributi maschili, analogo privilegio deve poter essere concesso a chiunque ritenga di essere uomo benché nato donna, o viceversa”, ironizza ancora il giornalista.
“Il dato quindi definitivo del scelta del presidente del consiglio è che, decidendo di presentarsi al mondo con un veste maschile, ha sdoganato il gender fluid. Speriamo solo che nessuno lo dica al ministro contro la parità di genere, Eugenio Roccella”, conclude Luca Bottura facendo riferimento al ministro della Famiglia e della Natalità, Eugenia Roccella, nota per le sue posizioni ultra cattoliche.
Quasi contemporaneamente arriva su Twitter il giudizio di Laura Boldrini. “La prima donna premier si fa chiamare al maschile, il presidente. – cinguetta la ex presidente della Camera – Cosa le impedisce di rivendicare nella lingua il suo primato? La Treccani dice che i ruoli vanno declinati. Affermare il femminile è troppo per la leader di FdI, partito che già nel nome dimentica le Sorelle?”, ironizza per concludere la Boldrini. Ma contro di lei si scatena immediatamente una pioggia di critiche dei fan della Meloni.
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