Il temuto declassamento, alla fine, non è arrivato. Dopo la bocciatura di Moody’s della scorsa settimana, da Standard & Poor’s non sono arrivate bocciature sul merito di credito del debito pubblico italiano. La valutazione del nostro paese è infatti rimasta inalterata, tripla B. Ma i segnali negativi sono comunque arrivati. Nel confermare il suo giudizio, l’agenzia di rating americana ha infatti portato da “stabile” a “negativo” l’outlook,
il giudizio sulle prospettive di solvibilità del Paese. Un messaggio chiaro: per ora niente declassamento, fra qualche mese però il rischio sarà alto. Un vero e proprio avvertimento lanciato al nostro governo nella speranza che ne faccia tesoro durante i prossimi, intensissimi giorni.
crescita economica del paese”. E ancora, “le impostazioni programmate di politica economica e fiscale del governo hanno eroso la fiducia degli investitori, come riflesso da un aumento del rendimento sul debito pubblico. Ciò a sua volta sta influenzando negativamente l’accesso delle banche al finanziamento del mercato dei capitali e, in misura
minore, il loro coefficiente patrimoniale regolamentare”. Un monito che ha interessato anche la decisione di annullare in parte la legge Fornero: “la misura del governo, se attuata in pieno, invertirà a nostro avviso i guadagni della precedente riforma e minaccia la sostenibilità”.Parole che non hanno però scosso più di tanto il governo. A rispondere è stato Matteo Salvini: “È un film già visto. Le agenzie di rating non si sono accorte della crisi mondiale? In Italia non saltano né banche né imprese”. Il fronte gialloverde si dice quindi compatto e intenzionato ad andare avanti per la sua strada nonostante i moniti provenienti da oltre confine. Il tutto mentre i mercati hanno conosciuto altre giornate di passione, con lo spread Btp Bund che dopo essere salito fino a 318 punti ha chiuso a 309.