La manovra economica del governo Meloni scontenta tutti. Dalle opposizioni ai sindacati, passando per Bankitalia e per l’Unione europea, le misure messe in campo da Palazzo Chigi non soddisfano e preoccupano un po’ ogni settore. L’attenzione degli addetti ai lavori è concentrata in modo particolare sulla norma che dovrebbe permettere ai commercianti di rifiutare i pagamenti con il Pos fino alla cifra di 60 euro. La Banca d’Italia alza la voce, mentre da Bruxelles fanno sapere che potrebbero essere messi a rischio i fondi del Pnrr. Il premier Giorgia Meloni prova a gettare acqua sul fuoco. Ma il sottosegretario alla presidenza del Consiglio e suo fedelissimo, Giovanbattista Fazzolari, e il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri usano invece la benzina.
“Alla fine sono felice che sul tema della moneta elettronica si è ritrovata una totale coesione tra sinistra (Pd, sinistra italiana, M5S) e commentatori, tutti finalmente uniti nella difesa della moneta bancaria. – ironizza il sottosegretario Fazzolari – Unità che non si vedeva da un sacco di tempo e soprattutto incentrata sulla possibilità di difesa di pagare col Pos il taxi e l’aperitivo, diventata la principale battaglia della sinistra nella legge di Bilancio. Non la difesa dei lavoratori o delle categorie più fragili, della questione sociale, ma la moneta elettronica delle banche. Sintetizzando il tutto ‘asta la Visa siempre’”.
“Le critiche di Bankitalia? Non mi sorprendono. Bankitalia è partecipata da banche private. – aveva attaccato lo stesso Fazzolari il giorno precedente – La Bce, al contrario, ritiene che non si possa obbligare ad avere una moneta privata, perché riconosce solo le monete nazionali, dunque l’euro. Insomma parliamo di due visioni legittime, ma opposte”. Dopo qualche ora era arrivata però una parziale smentita da parte di Palazzo Chigi: “Nessuna polemica o volontà di mettere in discussione l’autonomia della Banca d’Italia. Il sottosegretario Fazzolari ribadisce il pieno apprezzamento per l’operato di via Nazionale”.
“Si ripropone il solito schema che impedisce di parlare della Banca d’Italia, nemmeno quando sale in cattedra per esprimere opinioni discutibili sull’uso del contante, con una sollecitudine che non ha dimostrato in passato, quando, ad esempio, sotto i suoi occhi distratti si consumava il disastro Monte dei Paschi di Siena. – attacca invece a testa bassa Maurizio Gasparri – Peccato che la scarsa vigilanza sulla catastrofe senese non sia stata sanzionata. Nel caso MPS nessuno usò contanti. Il disastro camminò sulle vie della rete, mentre Banca d’Italia non scrisse pagine di memorabile efficienza. Nessuno si è scusato in via Nazionale, ma alcuni escono dal maniero ben remunerato perché esente dai tetti retributivi del settore pubblico per impartire lezioni sbagliate. Piuttosto ristudino le regole della vigilanza, passeggiando in piazza del Campo”.
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