La Tav torna a dividere il governo, dopo mesi in cui sembrava che i contrasti fossero finalmente alle spalle. E invece, nel piano della Fase 3 per rilanciare l’Italia dopo l’emergenza coronavirus, ecco che l’alta velocità Torino-Lione torna argomento chiave non solo per il programma giallorosso, ma anche per la tenuta di un esecutivo sempre più traballante dopo mesi di divisioni e polemiche.
A rilanciare l’annosa questione è stato il Movimento 5 Stelle, prendendo spunto da una nota del
sindaco di Lione, Grégory Doucet, che intervistato dalla Stampa ha parlato di “un’opera sbagliata” e che “va fermata”. Un invito subito raccolto dai pentastellati: “Il Movimento Cinque Stelle è l’unica forza politica ad avere sempre lottato in ogni modo e in ogni sede contro la Torino-Lione, grande opera certificata come obsoleta e inutile anche dalla recente analisi della Corte dei Conti europea”.
E ancora, si legge in una nota degli
esponenti del Movimento 5 Stelle in commissione Trasporti alla Camera: “Nelle ultime ore anche il neosindaco di Lione Grégory Doucet ha voluto ribadire la propria contrarietà all’opera, ricordando che esiste già una linea tra Torino e Lione e che sarebbe auspicabile investire fondi per rinforzare questa e altre infrastrutture, piuttosto che buttare miliardi per i lavori del Tav Torino-Lione. Siamo assolutamente d’accordo”.
Per i Cinque Stelle, insomma, la Torino-Lione è una scommessa persa in partenza, con i dati sul traffico atteso a testimoniare come, in realtà, l’opera non porterebbe nemmeno chissà quali benefici. Una posizione che riaccende lo scontro in un governo che vede invece Renzi in prima fila per la realizzazione della Tav. E che rischia di far esplodere micce pericolosissime.
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