La maggioranza si spacca sulle sorti di Radio Raciale, o meglio su un emendamento presentato dal Pd in favore della storica emittente. Durante il voto nelle commissioni Bilancio e Finanze della Camera l’esecutivo, attraverso il vice-ministro all’Economia Laura Castelli (M5S), aveva infatti dato parere contrario. A sorpresa, però, quando si è aperta la votazione la Lega insieme agli altri partiti ha votato a favore, al contrario dei grillini.
“Oggi la maggioranza di governo si è spaccata, per la prima volta. Inutile nasconderlo, è stato così” ha scritto su Facebook Luigi Di Maio, senza cercare troppi giri di parole per spiegare l’accaduto. “La Lega ha votato a favore (insieme a Forza Italia), con mia grande sorpresa. Secondo noi è una cosa gravissima, di cui anche la Lega dovrà rispondere davanti ai cittadini. Sono franco: dovrà spiegare perché ha appoggiato questa indecente proposta del Pd! Dopo di che si va avanti, perché siamo persone serie”.
Un momento di tensione che arriva proprio quando i leader dei due partiti di governo, divisi da feroci schermaglie durante la campagna elettorale per le europee, cercano di fare fronte comune contro i pericoli in arrivo da Bruxelles. Per Di Maio e Salvini sono d’altronde giorni infuocati: poche ore prima, il vertice economico con il ministro Tria si era concluso senza una soluzione concreta sul percorso da presentare all’Ue per evitare la procedura di infrazione per debito eccessivo.
Il testo per Radio Radicale, presentato dai deputati Giachetti e Sensi (Pd), è stato riformulato su proposta del partito di Salvini e prevede un finanziamento di ulteriori 3 milioni per il 2019, che dovrebbe garantire il salvataggio dell’emittente radiofonica. Solo pochi mesi fa il sottosegretario all’Editoria Vito Crimi (M5S) aveva espresso la volontà del governo di non rinnovare la convenzione con Radio Radicale. Poi, prima del voto per le Europee, la Lega aveva presentato un emendamento ad hoc al decreto Crescita per concedere altro tempo, in cerca di una soluzione. Lo stop alle trasmissioni di Radio Radicale sarebbe dovuto scattare a fine maggio.
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