Il green pass molto probabilmente verrà richiesto anche all’ingresso delle due Camere del Parlamento. Con buona pace, ad esempio, di parlamentari contrari come Gianluigi Paragone e Claudio Borghi. A dare l’annuncio della prossima introduzione obbligatoria del lasciapassare verde anche nelle aule parlamentari è il presidente della Camera in quota M5S, Roberto Fico. Il politico napoletano, naturalmente, fa riferimento solo alla Camera. Ma anche il Senato sembra avviato sulla stessa strada.
Roberto Fico apre dunque ufficialmente all’ipotesi dell’utilizzo del green pass anche in Parlamento. “Oggi, come è sempre stato, quello che accade fuori, accadrà dentro il Parlamento. Quindi le regole che varranno per fuori varranno per la Camera dei Deputati”, dichiara il presidente della Camera durante un’intervista a Rai Radio 1. Parole che arrivano a pochi giorni dall’approvazione da parte del governo Draghi di un nuovo decreto che, dal 15 ottobre prossimo, introduce l’obbligo di esibire il green pass in tutti i posti di lavoro, pubblici e privati.
Nel decreto, la parte riguardante gli organi costituzionali, come appunto sono Camera e Senato, era stata rimandata alla decisione dello stesso Parlamento. E ora Fico spegne le speranze di tutti quei parlamentari contrari a questa misura. Tra i più fieri avversari del green pass c’è Claudio Borghi della Lega. Ma anche l’ex pentastellato Gianluigi Paragone fa sentire la sua voce.
“Non solo non esibirò alcun Green pass per entrare in Parlamento. Non potranno neanche mettersi a fare barriera per entrare in un luogo istituzionale che non può prevedere alcuna limitazione”, prometteva nei giorni scorsi il senatore fondatore del movimento Italexit. “Il Parlamento – aveva poi aggiunto – non è un luogo di lavoro, nessun luogo di lavoro ha in Costituzione gli articoli dedicati specificatamente a lui. Se entriamo dentro questa logica allora vuol dire che il Parlamento lo possiamo tranquillamente chiudere”.
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