Guido Crosetto è preoccupato, anzi infuriato. A non far dormire sonni tranquilli al ministro della Difesa del governo Meloni è l’allarme lanciato dal quotidiano economico britannico, Financial Times, secondo cui il nostro Paese rappresenterebbe “l’anello debole” della zona euro, in quanto l’Italia sarebbe a rischio di una nuova crisi del debito dopo le recenti decisioni prese dalla Banca centrale europea. Intervistato da Repubblica, Crosetto si sfoga anche contro la Bce.
“Le condizioni economiche del Paese rischiano di peggiorare se verranno a mancare le ‘tutele esterne’ che hanno aiutato negli ultimi anni. – questo l’allarme lanciato da Crosetto – Per questo fatico a comprendere le ragioni che hanno spinto la Bce a cambiare politica sugli acquisti dei titoli di Stato europei, in un momento già economicamente molto complesso, per certi versi drammatico, come quello che sta attraversando il mondo e l’Ue in particolare”.
Il ministro non condivide affatto le preoccupazioni espresse dal Financial Times perché, a suo modo di vedere, “il giudizio degli economisti è lo stesso da anni perché l’Italia ha un debito pubblico altissimo. Solo che questo fattore non ha pesato negli ultimi anni perché c’è stato il ‘whatever it takes’ di Draghi. Le condizioni ‘esterne’ (tassi, inflazione, allentamento dei parametri) sono state fantastiche, con la Bce che ha costruito un grandissimo ombrello sulle emissioni dei titoli. Ora il cambio repentino di politiche della Banca centrale rischia di avere un effetto particolarmente negativo su di noi”, avverte Crosetto.
“Basta guardare alla legge di bilancio. – sbotta poi Crosetto pensando ai rischi che ora corre l’Italia – Oltre 20 miliardi in più, rispetto allo scorso anno, per pagare gli interessi sul debito pubblico. Senza inflazione e tassi si sarebbero fatti maggiori investimenti nell’economia e si sarebbe scongiurato l’aumento delle accise sulla benzina o il taglio della rivalutazione di alcune pensioni”. Poi arriva l’affondo contro la Bce: “Non sta a me giudicare, ma non serve un premio Nobel. Basta il buon senso di una massaia per capire che alcune decisioni provocano effetti negativi perché amplificano la crisi. Quando Draghi lanciò il ‘whatever it takes’, la situazione economica e sociale era enormemente migliore di quella a cui stiamo andando incontro. A maggior ragione oggi non c’era alcuna ragione per una stretta”.
“Il rialzo dei tassi può essere anche una scelta comprensibile, ma non intervenire più come prima sulle emissioni di debito pubblico è una cosa più difficile da comprendere e giustificare. – punta ancora il dito Guido Crosetto – L’Europa deve porsi il tema di come coniugare le rilevanti decisioni politiche, assunte in modo indipendente dalla Bce e dall’Eba, con quelle che prendono la Commissione europea e i governi nazionali. Abbiamo lasciato a organismi indipendenti e che rispondono solo a sé stessi, la possibilità di incidere sulla vita dei cittadini e sull’economia, in modo superiore alla Commissione europea e soprattutto ai governi nazionali. È legittimo chiedersi quanto sia giusto?”, conclude.
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