Un miracolo degno di un prestigiatore, capace di trasformare gli ormai famigerati 49 milioni che la Lega deve restituire allo stato in 18,4. Com’è possibile? A rivelarlo è La Repubblica, che ha analizzato il bilancio 2018 del Carroccio, figlio dell’accordo con la procura di Genova che permette di restituire la somma del vecchio finanziamento pubblico in 75 anni in comode rate da 600mila euro l’anno a interessi zero.
La pubblicazione online dei bilanci della Lega è caduta nei giorni caldi dell’affare Russia. Un modo per mostrare, nelle intenzioni del partito, la trasparenza dei conti e l’assenza di misteriosi finanziamenti provenienti dall’est Europa, accuse che hanno irritato non poco il vicepremier. Ma i dati hanno finito per rivelare di più: la “Lega Nord per l’Indipendenza della Padania” ha chiuso il 2018 con un disavanzo di esercizio di 16,5 milioni di euro. Il motivo è appunto l’inserimento alla voce “altri debiti” dei 18,4 milioni. Senza la zavorra dei soldi da restituire allo Stato, sarebbe stato un anno da incorniciare, con utili per 2,5 milioni di euro. Sono state fatte due assunzioni (i 7 dipendenti sono diventati 9), in cassa ci sono 875 mila euro. “L’esercizio 2018 è stato caratterizzato dal robusto incremento del consenso sul territorio che ha garantito al partito un sensibile incremento proventi attivi”. Le 81 mila scelte del 2 per mille hanno fruttato circa un milione di euro. Fondamentali poi sono i contributi degli eletti di Camera, Senato e dei territori: valgono 7,2 milioni di euro.
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