C’è un paradosso enorme nell’estenuante braccio di ferro che vede il governo italiano tenere bloccata la Sea Watch a un soffio dal porto di Lampedusa, 42 persone a bordo da giorni in attesa di una soluzione. Due di loro sono state fatte sbarcare nelle scorse ore a causa di un’emergenza medica: si tratta di un uomo e di un minore che lo accompagna. La tensione resta però altissima: nel frattempo, però, continuano senza interruzione i cosiddetti “sbarchi fantasma”.
“L’Italia – ha detto il vicepremier Salvini – non può essere punto di approdo per chiunque decida di scaricare esseri umani. Io l’autorizzazione allo sbarco in un porto italiano ai trafficanti di esseri umani e ai loro complici non la do e non la darò mai”. Il tutto proprio mentre le testate annunciavano l’arrivo sulle coste di Lampedusa di dieci tunisini, a bordo di un barchino.
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Il gruppo è arrivato direttamente al porto, al molo della Madonnina, proprio sotto gli uffici della capitaneria di porto: a bordo c’erano anche una donna e un minorenne. Altre otto persone erano invece arrivate due sere fa. Non solo: il giornalista di Radio Radicale Sergio Scandura scrive di altri 36 migranti arrivati a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento: un gruppo composto da 22 uomini, 3 donne e 11 minori, provenienti da Camerun, Nigeria e Tunisia.
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“Per lo sbarco dei dieci tunisini avvenuto questa mattina poco prima delle sei il porto non era chiuso? Non c’erano le telecamere? – si è lamentato con l’Adnkronos il sindaco di Lampedusa Salvatore Martello – Questi migranti non li aspettava nessuno?”.
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