Guido Bertolaso ha deciso di fare un passo indietro rispetto al suo ruolo di consulente speciale per la Regione Lombardia, sostenendo di aver dato una mano e di non essere d’ora in avanti più utile alla causa. Ad anticipare la notizia, comunicata già anche al governatore Attilio Fontana, è stato il Corriere della Sera, secondo il quale Bertolaso sente di aver compiuto la sua missione e di essere arrivato alla fine di un viaggio che vedrà la campagna vaccinale sul territorio toccare a maggio una capacità quotidiana di 100 mila somministrazioni al giorno.
Un risultato tutt’altro che scontato, considerando anche l’avvio difficile della campagna. Con Bertolaso che si dice contento del contributo fornito nella creazione di una rete di hub che oggi permette di marciare ad alta velocità verso la fine dell’incubo Covid-19. Ora, però, è deciso a lasciare la poltrona, non essendo uno abituato a cercare i riflettori. Continuerà comunque a dare un piccolo aiuto durante le videocall giornaliere e, in caso di emergenze, si sarebbe già detto disponibile a tornare a Milano.
Come riportato dal Corriere, in tanti in questi giorni, saputa la decisione, hanno iniziato a inondare di messaggi il telefonino di Bertolaso per ringraziarlo. “Lei non può andare in pensione” è stata la frase più gettonata, tra il commosso e il preoccupato. Possibile però che alla fine arrivi una soluzione di compromesso: Bertolaso potrebbe lasciare fisicamente la Lombardia per rientrare a Roma ma non l’incarico, come auspicato da Fontana che ha parlato di un ruolo non in discussione.
Secondo Fontana, Bertolaso “sarà meno fisicamente presente ma continuerà a seguire attivamente la campagna vaccinale. Ora è qui sette giorni su 7, dopo semplicemente lo sarà un po’ meno. La macchina vaccinale che lui ha predisposto sta funzionando molto bene, ma credo che una personalità come quella di Bertolaso serva sempre”.
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