Giancarlo Giorgetti preferisce mettersi da parte, accomodarsi “in tribuna” come si usa dire nel gergo calcistico per lasciare ad altri la scena. Consapevole, l’ex sottosegretario alla presidenza, che in un momento come questo servirebbero scelte coraggiose e condivise da maggioranza e opposizione, che tolgano campo alla solita dialettica politica sguaiata delle nostre parti. Ma anche del fatto che, all’interno del suo partito, in pochi la pensano così ora come ora.
Matteo Salvini continua nei tentativi di spallata a Conte, con lo strano flusso di segretari che vede i grillini emigrare piano piano verso la Lega e Forza Italia, di contro, avvicinarsi in maniera uguale e contraria alla maggioranza. “
I fondamentali dell’economia sconsiglierebbero oggi la propaganda. L’autunno sarà drammatico e sarebbe già un successo se l’Italia riuscisse a salvare la pelle” spiega Giorgetti. Invocando “collaborazione bipartisan” e “senso di responsabilità”. Giorgetti continua ad auspicare l’ipotesi di un governo di unità nazionale capitanato da Mario Draghi. Consapevole, però, del fatto che la strada da percorrere non sia semplice: “
Non è per impuntatura o per chissà quale disegno. Io penso non ci sia altra via per evitare che salti tutto”. Evitando quel ritorno alle urne che continua a essere obiettivo principale di Salvini e che però in un momento così delicato sarebbe quanto mai fuori luogo.Giorgetti vorrebbe tornare al voto solo dopo aver affrontato i problemi economici, con i partiti a riscrivere nel frattempo le regole e varare una legge elettorale condivisa, “smettendola di inventarsi sistemi che servono ad avvelenare i pozzi per chi viene dopo”. In caso contrario, “vorrò vedere chi nei prossimi anni avrà voglia di governare sulle macerie”.
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