Un uomo solo al comando. Matteo Salvini, forte del grande consenso raccolto durante l’ultima tornata elettorale, è ormai il leader indiscusso di un governo sempre più Lega-centrico, che vede i Cinque Stelle relegati ormai in posizione subalterna. Troppo debole, numeri alla mano, il Movimento per poter pensare di andare allo strappo, col rischio di essere nuovamente punito dalle urne. Il numero uno del Carroccio questo lo sa bene, e le dichiarazioni post voto rendono perfettamente l’idea del suo nuovo ruolo.
Salvini, infatti, parla e ragiona già come un premier a tutti gli effetti. Prende impegni nei confronti degli italiani, illustra programmi passati e futuri. Pone all’alleato pentastellato un vero e proprio ultimatum, una lista di sei punti (tra i quali la Tav e la flat tax) da rispettare per andare avanti insieme. Nei fatti, però, c’è da auspicarsi che qualcosa cambi davvero. Perché finora il Capitano ha veleggiato ben lontano dai suoi oneri, preferendo gli slogan ai fatti.
Da quando si è insediato al Viminale, infatti, Salvini non ha mai interrotto la lunghissima campagna elettorale che vive ormai da anni. Viaggia puntualmente in ogni città dove un candidato leghista si trova ad affrontare una tornata elettorale. Tiene comizi in ogni regione d’Italia. Si lascia dietro un lunghissimo codazzo di selfie e video. Ma da un punto di vista pratico, continua a rifuggire le responsabilità.
Gli è stata contestata la scarsa efficienza della sbandierata politica anti-immigrazione. I tanti passi indietro fatti sul fronte economico al netto di una spregiudicatezza di facciata. Il poco impegno su un fronte fondamentale come quello del lavoro. Lui ha sempre risposto a modo suo, scendendo in piazza per nascondersi sotto la superficie dell’ennesimo bagno di folla. Ora, la speranza è che l’incoronazione delle europee lo spinga a iniziare un nuovo corso. Con qualche post in meno e, possibilmente, tanti provvedimenti in più.
La priorità di Salvini? Colpire Saviano: “Pronta la revisione delle scorte”